La delegazione regionale di Enalcaccia si è rivolta all’assessore della Toscana, Marco Remaschi, e al responsabile dell’attività faunistica e venatoria, Paolo Banti, per ribadire le posizioni dell’associazione in merito alla caccia. In particolare, Enalcaccia Toscana vorrebbe l’assegnazione di più territorio possibile alle squadre di caccia al cinghiale in braccata. Inoltre, l’apertura del prelievo all’ungulato in battuta dovrebbe essere differenziata nei territori delle ex province che comprendono l’Appennino Toscano, a partire dal 1° ottobre: in effetti, a dicembre ci saranno delle nevicate che interromperanno inevitabilmente la caccia.
Per le altre ex province dovrebbe essere data la possibilità di apertura al 1° novembre prossimo. Non sono mancate le richieste relative al capriolo, nello specifico il prelievo selettivo senza distinzione di sesso fino alla seconda domenica di settembre. In aggiunta, Enalcaccia vorrebbe che sia autorizzata la caccia alla volpe in battuta con almeno due-tre cani, non solamente uno come finora previsto.
Per quel che riguarda il prelievo dello storno, sarebbe necessario aggiungere quanto prima i frutteti oltre ai vigneti e agli oliveti: si dovrebbe anche consentire l’utilizzo di stampi di storno per questa caccia, aggiungendo la parola “vivi” della specie. Una ulteriore critica è stata rivolta infine alle tasse (150 euro) che sono costretti a sostenere i cacciatori non residenti.