Sì è svolto il Webinar sulla P.S.A. (Peste Suina Africana), organizzato dalla CCT che ha visto partecipare circa cinquanta dirigenti delle Associazioni Confederate in rappresentanza di tutto il territorio Toscano. Una iniziativa questa fortemente voluta per informare tutto il corpo sociale di una “questione” che non è lontana, ma bensì rappresenta un problema attuale, da affrontare tempestivamente ed in maniera risoluta. I Lavori della sono stati introdotti da Marco Salvadori, Presidente Regionale Federcaccia Toscana, che ha evidenziato la necessità di intervenire di fronte all’emergenza, senza aspettare che “il peggio” arrivi e ci colga impreparati. Sottolineando infine come anche le Istituzioni Regionali debbano governare con attenzione la situazione, evitando che vengano presi provvedimenti restrittivi locali, inerenti esclusivamente la caccia e le attività ad essa correlate senza tenere conto del contesto generale.
La parola poi è passata al Presidente Nazionale Federcaccia Massimo Buconi, il quale nel suo intervento ha confermato l’impegno dell’Associazione a livello nazionale, dove centinaia di volontari hanno supportato le squadre d’emergenza regionali, nelle operazioni di ricerca e rinvenimento di ulteriori capi infetti. “Quello dei cacciatori è un lavoro prezioso messo a disposizione di tutta la collettività” ha proseguito Buconi, chiudendo poi con un riferimento esplicito di come il volontariato sia sì una risorsa indispensabile nelle fasi di prevenzione della diffusione dell’epidemia, ma anche di come non ci si possa esclusivamente affidare ad esso nella gestione dell’emergenza vera e propria.
Il Dott. Riccardo Burresi (Uff. Segreteria Vicepresidenza Regionale), ha esordito nel suo intervento esprimendo la posizione di contrarietà delle Istituzioni all’attuazione di misure locali non propedeutiche ad una gestione generale concertata del problema. “La Regione da tempo sta informando e cercando di coinvolgere tutto il mondo interessato” ha proseguito Burresi, non mancando di ricordare di come la caccia in braccata, che quest’anno in Toscana ha portato all’abbattimento di 55.750 cinghiali, sia una risorsa preziosa nelle fasi di prevenzione dell’emergenza; e che il comparto venatorio rappresenta attualmente l’unico che abbia risposto all’appello delle Istituzioni ad una collaborazione fattiva al fine di prevenire conseguenze future, che anche dal punto di vista economico, potrebbero essere molto gravi per la nostra Regione.
“Dobbiamo lavorare uniti per evitare IL LOCK DOWN DEL BOSCO” ha asserito poi in conclusione del suo intervento. Ultimo dei relatori prima delle conclusioni è stato il Dott. Alessio Capecci, (Direzione Sanità Regione Toscana), che ha presentato servendosi di alcune slide, un quadro generale dettagliato della situazione generale Nazionale e Regionale. “Devo fare un plauso all’Associazione per l’approccio scientifico alla situazione d’emergenza” Ha esordito Capecci, “Dobbiamo ragionare non in base al fatto “SE” l’emergenza arriverà, ma bensì “QUANDO” arriverà”; evidenziando come la conoscenza del territorio dei cacciatori sia un elemento fondamentale nelle fasi di prevenzione e gestione del contagio, data anche soprattutto l’estrema aggressività del “Genotipo 2” di P.S.A. che ci troviamo a contrastare.
Ha informato inoltre che I laboratori della Regione stanno analizzando ogni giorno circa 4 carcasse di cinghiale e di come l’individuazione tempestiva delle spoglie infette, sia l’unico elemento a disposizione per circoscrivere i territori ed evitare il diffondersi del virus. Specificando come fin ora le barriere architettoniche rappresentate dalle autostrade, siano state fondamentali nella limitazione della diffusione dell’epizoozia. “Dobbiamo separate le popolazioni di cinghiale e non sterminarle”, ha proseguito Capecci, specificando come in questo senso agire tempestivamente, anche realizzando infrastrutture come recinzioni laddove si ritenga necessario, sia fondamentale.
“Dobbiamo stare davanti alla malattia e non dietro…” ha infine concluso Capecci. A tirare le somme al termine della serata è stato il Segretario Regionale della CCT Dott. Marco Romagnoli, che dopo aver ringraziato tutti i partecipanti, ed in particolar modo i due relatori, ha espresso soddisfazione per gli interventi ricchi di contenuti e spunti attuativi. “Bene il confronto ma adesso dobbiamo passare ai fatti”, ha dichiarato Romagnoli, che seguendo lo spunto dato dal Dott. Capecci ha dichiarato come l’istituzione di un fondo per la realizzazione di opere preventive, potrebbe essere una prima arma importante per contrastare una deriva che, una volta iniziata, potrebbe essere difficile arginare. “Come sempre come cacciatori mettiamo a disposizione la nostra esperienza e la nostra conoscenza al servizio della collettività”, la chiusura del Bosco deve essere scongiurata non solo per l’attività venatoria e per quelle ad essa correlate, ma per preservare le molteplici realtà economico produttive del nostro Territorio.