Sono state rese pubbliche le destinazioni dei capi che verranno abbattuti negli interventi di controllo in Toscana, come previsto dalla Legge Regionale 3 del 1994. L’associazione Arci Caccia ha fatto sapere che la decisione è stata presa dalla Direzione Caccia e Sviluppo Rurale della Regione e quindi vale la pena approfondire l’argomento. Nella nota dell’ente locale si precisa più volte che il titolare dei capi è l’Ambito Territoriale di Caccia competente: i capi possono essere conferiti alla filiera e agli agricoltori come indennizzo parziale per i danni subiti dalle loro colture, oltre che ai cacciatori che partecipano agli interventi (si tratta di un rimborso spese in poche parole).
Gli ATC hanno la possibilità di conferire i capi di cui si sta parlando ai Centri di Lavorazione Carni, a patto che si tratti di animali selvatici riconosciuti e idonei: il conferimento può avvenire anche direttamente, senza passaggi nei centri di sosta. Non manca l’alternativa della destinazione dei capi da parte degli Ambiti a quelle associazioni che sono attive nella solidarietà sociale.
In effetti, si è parlato spesso dell’importanza di queste carni per venire incontro al fabbisogno alimentare dei più poveri. Le stesse procedure, comunque, competono all’istituto faunistico privato in cui sono avvenuti gli abbattimenti. La tracciabilità delle carni sarà ovviamente un dettaglio determinante. La Regione Toscana potrà ora fissare le quote masse per le destinazioni e le quote economiche relative alla cessione.