Il tavolo tecnico sulla specie
Nei giorni scorsi si è svolta una riunione online del Tavolo Tecnico relativo alla tortora selvatica del Ministero dell’Ambiente. Questa la sintesi di quanto emerso in questo incontro a cui ha partecipato per Arci Caccia Gabriele Sperandio, responsabile del Comitato Scientifico dell’Associazione: Per quest’anno resterà sicuramente chiusa la caccia a questo selvatico nella flyway occidentale; l’Italia vi è coinvolta con le regioni Liguria-Piemonte-Val d’Aosta. Sembra che ci siano aperture, previa adozione e rispetto del piano di gestione e previe ulteriori verifiche e raccolte di dati, alla riapertura delle caccia alla tortora in queste aree dall’anno 2024. Per quanto riguarda la flyway centro-orientale, in cui ricadono il resto delle regioni, la popolazione parrebbe in declino e mentre in molti paesi sono stati adottati metodi sicuri di rendicontazione dei prelievi, in Italia mancano questi dati oltre a quelli dei censimenti sulla popolazione nidificante. Per questo, l’Europa chiede la chiusura, in via precauzionale, della caccia alla tortora per il 2023 nel nostro paese e nel resto della flyway centro-orientale.
Piano Nazionale di Gestione
Questa posizione non è condivisa dal Ministero dell’Ambiente che ha ribadito alla Commissione Europea di voler continuare il prelievo per il 2023, vista l’adozione di uno specifico Piano Nazionale di Gestione e l’impegno di molte Regioni, sfortunatamente non tutte. Inoltre, si è evidenziato, alla luce della rendicontazione dei prelievi, come l’esiguo prelievo di tortore, sulla base dei piani di prelievo, non influenzi negativamente la crescita demografica della specie. Il Ministero, comunque, ha chiesto un maggiore sforzo alle Regioni inadempienti sul rispetto di tutte le azioni previste nel Piano Nazionale di Gestione e sulla rendicontazione dei dati di prelievo per le ultime stagioni venatorie. Nel mese di maggio ci sarà nuovamente una riunione del tavolo tecnico europeo e in tale sede avremo il verdetto definitivo e sapremo se l’Europa accetterà la linea dell’Italia e, quindi, se la tortora sarà cacciabile nel 2023.
Confronto a rischio
In sostanza l’approvazione del Piano di Gestione Nazionale, che ha consentito il ritorno del prelievo in molte Regioni già dall’anno scorso, permette di sperare. I piani di prelievo di questo animale e l’applicazione delle misure del Piano di gestione cominciano a dare i loro frutti, e questo, assieme alla volontà espressa dal Governo, ci fornisce qualche certezza di cui non possiamo che essere lieti. Per questo, non capiamo l’utilità di inviare al Comitato Nadeg, il gruppo di esperti incaricati dell’analisi dell’applicazione delle Direttive Europee in materia di fauna, dati non richiesti e privi di qualsiasi riconoscimento ufficiale. Cosa si pensa di ottenere con queste azioni? Per una operazione di marketing spicciolo, incentrato sul far bella figura davanti ai cacciatori, vogliamo davvero rischiare di inceppare, anche in maniera fortuita, il confronto tra il nostro paese e l’Unione Europea? Non è meglio lasciare che il Governo si muova come meglio crede, vista la volontà espressa di continuare a farci prelevare la tortora? Noi pensiamo che sia meglio lasciar fare ai professionisti. In questo percorso cosa farà la FACE? Abbiamo notato che i comunicati e le raccolte dati provenienti dall’Italia non trovano spazio nei lavori di questa Confederazione che raggruppa molte sigle di cacciatori europei. Eppure, essi operano anche con fondi provenienti da una parte dei cacciatori italiani. Che vorrà dire questo? Noi un’idea ce l’abbiamo e forse, se ci pensate, arriverete anche voi alla soluzione (fonte: Arci Caccia).