Nel corso della giornata di ieri, venerdì 15 gennaio 2016, il Consiglio dei Ministri si è riunito a Palazzo Chigi per affrontare alcune questioni e delibere. Una delle più importanti ha riguardato l’esercizio dei poteri sostitutivi sul calendario venatorio: che cosa è stato deciso nello specifico? Il CdM potrà esercitare questi poter nei confronti di sette regioni, vale a dire Toscana, Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Lombardia e Umbria, con la conseguente modifica del loro calendario di caccia e la chiusura della stagione alla data del 20 gennaio 2016 per le specie tordo bottaccio, beccaccia e cesena.
L’intervento è stato definito necessario per evitare una coincidenza: il Governo Renzi non ha voluto che la conclusione del 31 gennaio stabilita da queste regioni corrispondesse alla stessa data del periodo prenuziale o di riproduzione delle specie citate sopra, in quanto ci sarebbe stata una violazione della normativa dell’Unione Europea. Inoltre, sempre secondo il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, la posizione del nostro paese si sarebbe ulteriormente aggravata per quel che riguarda l’eventuale chiusura negativa del caso Eu-Pilot 6955 del 2014 avviato dalla Commissione Europea.
La procedura ha a che fare proprio con i calendari venatori. L’esecutivo ha ricordato come dal mese di luglio dello scorso anno e in altre occasioni ci siano state diverse sensibilizzazioni degli enti territoriali in merito all’adozione di cambiamenti ai calendari risultati non conformi. Lo scorso 23 dicembre, poi, le nove regioni inadempienti sono state diffidate a provvedere entro il termine di quindici giorni ad adottare i provvedimenti necessari di modifica dei calendari della caccia: nella nota si sottolinea come il mancato adempimento da parte di alcune delle regioni coinvolte abbia reso necessario il ricorso all’esercizio dei poteri sostitutivi.
Il Ministero dell’Ambiente ha proposto l’inserimento di una clausola per determinare l’invalidità delle delibere, ottenendo un riscontro positivo: l’inserimento avverrà nel caso in cui le regioni competenti dal punto di vista territoriale intervengano sui rispettivi calendari entro la data del prossimo 19 gennaio (dunque fra tre giorni esatti), cioè il termine ultimo entro cui adottare le modifiche richieste.
Il caso 6955 del 2014 di cui si è parlato in precedenza è stato avviato da Bruxelles in relazione ai dubbi di violazione di una direttiva comunitaria, la 147 del 2009 (relativa alla conservazione degli uccelli selvatici). Qualche dubbio sulla sollevazione del caso c’è stato. In particolare, la Commissione ha dovuto spiegare le ragioni per cui siano state inviate le diffide alle regioni, chiedendo l’accorciamento della stagione di caccia, nonostante la comunicazione Eu Pilot fosse semplicemente una richiesta di informazioni sui calendari venatori del nostro paese.
Siamo alle solite, questi amministratori conoscono veramente il periodo pre nunziale di queste specie, come mai in altri paesi europei si cacciano ancora dopo la nostra chiusura? Non sarà mica che devono fare i belli con ambientalisti ed ecologisti.