La Procura di Bari ha appena terminato una indagine che riguarda l’Ufficio Caccia della ex Provincia. Le accuse mosse dalla Guardia di Finanza sono piuttosto pesanti, visto che si è scoperto come venivano usati i soldi delle licenze di caccia nell’Ambito Territoriale di Caccia barese. Le quote sarebbero state sfruttate per acquistare 1,7 milioni di euro in titoli obbligazionari di Veneto Banca.
Queste obbligazioni erano molto rischiose, tanto è vero che sarebbero potute diventare carta straccia. L’inchiesta è finita e ha coinvolto 12 persone, tra cui l’ex presidente dell’ATC pugliese, oltre a un ex consigliere regionale, nominato a sua volta dall’Ambito. L’accusa principale è quella di malversazione ai danni dello Stato e riguarda l’ex tesoriere e due funzionari. In base a quanto accertato dalle Fiamme Gialle, l’acquisto dei titoli sarebbe avvenuto verso le fine del 2011, sfruttando una parte della dotazione finanziaria dell’Ambito Territoriale, composto dalla quote versate dai cacciatori.
Si sta parlando di 42 euro pagati ogni anno per il ripopolamento delle zone venatorie, ma usati invece per 1600 obbligazioni ordinarie e scadute nel 2016. Veneto Banca è stata salvata di recente dallo Stato: fortunatamente l’investimento è stato disdetto nel 2015 dal commissario dell’ATC, altrimenti le conseguenze sarebbero state ancora più serie.