In tutta Italia sono in aumento le iscrizioni di persone ai corsi organizzati dai poligoni di tiro: c’è grande voglia di imparare a sparare con il tiro a segno, ma allo stesso tempo la confusione regna sovrana. Lo ha affermato senza mezzi termini Filippo Mascina, numero uno del Tiro a Segno Nazionale di Ferrara, secondo cui chi si sta avvicinando ai poligoni non ha le idee molto chiare, magari influenzato dall’eccesiva visione della tv e dei film.
Si può capire la voglia di sentirsi protetti quando si torna a casa, ma per Mascina non basta questo per il possesso dell’arma. Il Tiro a Segno ferrarese preferisce indirizzare chi fa queste richieste verso i corsi di difesa in cui le armi non vengono impiegate. Di solito è sufficiente incontrare queste persone per sfatare tanti miti e far crollare convinzioni sbagliate, visto che spesso si crede che dopo aver frequentato i corsi si possa detenere l’arma in casa. Non sono pochi, poi, coloro che scelgono un calibro esagerato, un rischio evidente per la sicurezza personale e degli altri.
Per il presidente i momenti in cui si usa l’arma sono diversi tra loro e colpire un bersaglio fisso con cuffie e rilassatezza non equivale a sparare in uno stato di agitazione e ansia. L’ignoranza in ambito legislativo è altrettanto preoccupante. Per il Tiro a Segno di Ferrara bisogna sempre ricordare queste quattro certezze: l’arma è sempre carica, non va mai puntata contro qualcosa che non si vuole colpire, il dito deve rimanere fuori dalla guardia del grilletto e occorre essere sicuri di cosa si trova dietro il bersaglio.