Fra le due marche finlandesi Sako e Tikka, entrambe parte della Beretta Holding, corre una diversificazione ragionevole e opportuna per tener banco su due fronti distinti del mercato delle canne lunghe rigate. Oseremmo dire che la parentela si ferma alla canna dove per entrambe il procedimento di rotomartellatura a freddo, in cui l’azienda ha una pluridecennale esperienza e una meritata fama di qualità, consegna alla produzione manufatti di alta perfezione e di elevato rendimento per la precisione e la durata. Nei tanti modelli proposti si troveranno canne brunite o inox, a sezione tonda o scanalate, di lunghezza pari a 51, 57, 60 o 62 cm secondo gli allestimenti di base. La Tikka si stacca dalla Sako per scelte orientate alla funzione, senza concessioni a particolari tecnici raffinati, aderendo a un’estetica asciutta e quasi severa, a un’impostazione generale dove proprio la funzione e il costo moderato creano il disegno e la metodologia costruttiva. Vediamo così il castello ricavato di fresa da un massello di acciaio legato con facce spianate, meno costose da realizzare, fondo ugualmente piano e con prisma di scarico delle forze largo quanto la sezione massima del castello, che insiste ora su un tassello in acciaio, indeformabile anche con i grossi calibri e quindi migliorativo rispetto all’alluminio precedentemente usato.
Permangono le caratteristiche di estrema rigidità del complesso che ne fanno una base ambita anche per carabine da tiro a lunga distanza: nel modello T3x si è leggermente modificata la finestra di espulsione per facilitare l’intervento di cameratura della cartuccia direttamente con le dita, e si è migliorata la slitta per l’attacco delle basi dell’ottica ottenendo una superiore stabilità del complesso. L’otturatore mantiene le ottime caratteristiche fornite dal corpo cilindrico e dalle due alette sporgenti in testa, con robusta unghia di estrazione e nottolino a molla di espulsione; muta il tappo di coda realizzato ora in metallo per incrementare la resistenza agli urti.
La calciatura
Uno stampaggio in materiale sintetico crea la calciatura nella sua forma essenziale e di base a cui si aggiungono nell’impugnatura a pistola e nella base dell’asta sottocanna una coppia di elementi sostitutivi, fissati a incastro e con una vite oppure solo a scatto, con cui modificare l’arcuatura della pistola stessa e quindi postura della mano e del dito che aziona il grilletto, disponendo di un’impugnatura più affusolata per la mano debole adatta al serraggio favorendo il tiro di imbracciata, o più larga, soprattutto nel piano di fondo, disponendo di un appoggio saldo e stabile nel tiro mirato. I particolari si sostituiscono senza attrezzi e sono forniti a parte col fucile. Ancora nella calciatura, ma solo per quelle con dorso fisso e non regolabile, viene inserita della schiuma fonoassorbente che evita quella particolare rumorosità del sintetico quando colpisce un oggetto duro come legno o pietra: si sa che nel bosco una simile evenienza può voler dire la fuga del selvatico. Come accennato tale inserto non è previsto per i modelli dove la calciatura con dorso regolabile è funzione della specialità per i tiri a lunga distanza. Si trova poi ancora un nuovo calciolo in gomma morbida ad elevato assorbimento di energia per sgravare il tiratore da questo fastidio che diviene, in tal modo, di minima entità permettendo di concentrarsi appieno sul tiro. Sempre da tenere presente che, oltre alla usuale calciatura in sintetico si possono avere quelle da varmint con appoggia guancia regolabile, quelle in legno e ancora una in legno stratificato multicolore denominata Sporter. Il caricatore staccabile può contenere 3, 4, 5, 6 o 10 cartucce, il peso da 2,7 a 4,4 kg dove naturalmente nelle versioni tradizionali da caccia si avranno i 3,0 o 3,2 kg, quindi perfettamente in linea con le aspettative attuali. Infine alcuni modelli vengono prodotti anche in versione mancina.
Qualche nota finale
La maneggevolezza e l’equilibrio sono doti caratteristiche delle carabine Tikka e questa ennesima versione conta ben diciannove modelli diversi con le tante finalizzazioni a cui tale fucile può venir destinato: in comune ci sarà sempre la magnifica scorrevolezza dell’otturatore, l’impostazione adeguata al tiro per cui ci siamo preparati e abbiamo scelto la nostra specifica arma, lo scatto con grilletto singolo e stecher alla francese, regolabile intorno ai 300 g con piena sicurezza, di bella affidabilità e prontezza in quell’attimo in cui il pensiero dev’essere non lì, sul grilletto, ma già là sul bersaglio perché come insegnava un campione di tiro il “10” o il punto da attingere sul selvatico sono prima nella nostra mente, poi nella realtà dei fatti.
Mi sono appena iscritto e collegato. Molto interessante. Penso lo frequenterò spesso. Ben fatto . Bravi. In bocca al lupo. Dino
Grazie per i complimenti e la considerazione. In bocca al lupo. Federico Cusimano