La Seconda Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia si è espressa sul ricorso presentato da un uomo contro il ritiro della licenza di caccia e la confisca di armi e munizioni. La Prefettura aveva detto no a causa della contestazione della caccia col furetto in zone di divieto e a meno di 100 metri dalle case. Questi fatti sono stati smentiti dai testimoni, senza dimenticare che i Carabinieri non hanno provveduto al sequestro di alcun furetto.
Inoltre, i militari non hanno verificato nemmeno l’utilizzo dell’arma a così poca distanza dalle abitazioni. Il ricorso non è stato però ammesso e il motivo farà sicuramente discutere. In effetti, i giudici hanno spiegato che doveva essere notificato all’Ufficio dell’Avvocatura Distrettuale di Palermo, mentre invece è stato notificato a mezzo posta all’UTG di Caltanissetta, presso la sede legale dell’amministrazione intimata.
Un errore del genere ha pregiudicato tutto e la pronuncia sul ricorso è stata definitiva. Di conseguenza, l’uomo è costretto a rinunciare alla licenza di porto di fucile nonostante fosse nel giusto. L’attività venatoria col furetto è stata vietata in diversi paesi europei e anche in alcune zone dell’Italia: l’animale viene considerato utile per la ricerca del coniglio selvatico.