L’associazione ANUUMigratoristi ha fatto presente come siano sempre più evidenti delle violazioni plurime di legge in ambito venatorio. In particolare, il caso più eclatante è rappresentato dal momento in cui l’annotazione sul tesserino non è immediata quando si abbatte ogni capo. In precedenza la stessa situazione si era presentata con i richiami vivi. Secondo l’ANUU, si sta creando un vero e proprio “mostro giuridico” che serve soltanto a fare cassa.
Le violazioni vengono parametrate al numero di capi abbattuti, ma in realtà dovrebbe essere solamente una. Tra l’altro, come sottolineato dall’associazione, la giurisprudenza penale ha dato maggiore importanza alla condotta piuttosto che alla “quantità”. Una sentenza del 2012 del Tribunale Civile di Voghera, in provincia di Pavia, ha messo in luce che la sanzione è corretta, ma lo stesso non può dirsi della commisurazione dell’entità della sanzione stessa.
Cinque anni fa la condotta da punire fu unica e indipendente dal numero dei richiami vivi di cui il cacciatore era in possesso. Di conseguenza è necessario adattarsi sempre a questo modo di ragionare: chi si rende responsabile dell’abbattimento di più esemplari di selvaggina senza segnalarli immediatamente sul tesserino venatorio (uno per uno) commette una violazione unica e non tante violazioni che fanno lievitare l’importo della sanzione.