Abbattuto un cinghiale da record. Un bestione di 206 kg, il più grande che sia mai stato ucciso in tutta la Provincia di Terni che conferisce ad Alessandro Rosati e Matteo Milioni, due cacciatori di 25 e 26 anni, il primato provinciale assoluto. Si tratta del risultato di un appostamento finalizzato al “controllo della specie cinghiale su colture in atto per danni”. Un’annosa questione che ogni anno di questi tempi fa i suoi prigionieri. Da un lato gli agricoltori che vedono sfumare sotto i loro occhi mesi di spese e fatiche e invocano controlli e interventi per limitare i danni, dall’altro i detrattori di questa pratica che non vedono di buon occhio la possibilità di abbattere gli animali nonostante la stagione venatoria sia finita.
«La caccia è chiusa -precisa Alessandro che ha materialmente abbattuto il cinghiale- ma noi abbiamo l’autorizzazione degli enti preposti per procedere». Il sistema si attiva a fronte della presentazione da parte di agricoltori o allevatori, di una denuncia all’Atc di Terni che a sua volta delega i capi distretto. Ognuno dei quali opera su diversi ettari. Il resto si svolge sul campo. Si comincia con gli appostamenti, di solito a gruppi di quattro consecutivi, fino a che non si raggiunge il risultato, eliminare gli esemplari che provocano i danni. «In questo caso – spiega Alessandro –un agricoltore di Castel dell’Aquila aveva presentato denuncia per danni da cinghiale sui suoi campi seminati a favino.
Io e Matteo siamo scesi in campo l’altra sera verso il tramonto e ci siamo messi in attesa. I cani abbaiavano, non era una situazione tranquilla anche perché eravamo praticamente attaccati alle case. Ma il cinghiale è arrivato lo stesso. Evidentemente era un abituè della “compagnia”. E’ saltato fuori come un gatto e l’abbiamo preso» (Il Gazzettino).