«La caccia è chiusa -precisa Alessandro che ha materialmente abbattuto il cinghiale- ma noi abbiamo l’autorizzazione degli enti preposti per procedere». Il sistema si attiva a fronte della presentazione da parte di agricoltori o allevatori, di una denuncia all’Atc di Terni che a sua volta delega i capi distretto. Ognuno dei quali opera su diversi ettari. Il resto si svolge sul campo. Si comincia con gli appostamenti, di solito a gruppi di quattro consecutivi, fino a che non si raggiunge il risultato, eliminare gli esemplari che provocano i danni. «In questo caso – spiega Alessandro –un agricoltore di Castel dell’Aquila aveva presentato denuncia per danni da cinghiale sui suoi campi seminati a favino.
Io e Matteo siamo scesi in campo l’altra sera verso il tramonto e ci siamo messi in attesa. I cani abbaiavano, non era una situazione tranquilla anche perché eravamo praticamente attaccati alle case. Ma il cinghiale è arrivato lo stesso. Evidentemente era un abituè della “compagnia”. E’ saltato fuori come un gatto e l’abbiamo preso» (Il Gazzettino).