Quest’anno le attività si sono svolte in Liguria con ben 7 individui, in Molise con 2, in Sardegna con 3 soggetti, in Piemonte con 2, in Sicilia con 2 e in Campania con 1 beccaccia per un totale appunto di 17. Vi sono state delle perdite, com’è normale che accada, dovute ad abbattimenti, predazione o a fattori non conosciuti; in un caso è stato recuperato il trasmettitore e in un altro sono in corso le operazioni per il recupero. In questi giorni i soggetti in migrazione si trovano in varie nazioni europee, dall’Ungheria alla Slovacchia, alla Polonia, Austria, Ucraina e Russia. La ricerca, svoltasi con la collaborazione e supervisione scientifica dell’Università di Milano, da quest’anno si è avvalsa di un miglioramento tecnologico con l’utilizzo di una termocamera, che ha permesso una migliore e più veloce individuazione dei soggetti presenti sul campo, in passato identificabili solo attraverso l’uso del faro.
Siamo quindi al secondo anno di ricerca eseguita con la marcatura in dicembre, che permette di verificare in modo più consistente la data di partenza per la migrazione, e i risultati stanno dando conferma di quanto già acquisito con la pubblicazione del 2019 sulla rivista scientifica di zoologia “Current Zoology”: le beccacce iniziano a migrare a partire dai primi di marzo, con possibili eccezioni negli ultimi giorni di febbraio. Questi dati smentiscono nuovamente il dato Key concepts oggi vigente, che assegna alla seconda decade di gennaio l’inizio della migrazione pre-nuziale della specie.
I dati raccolti attraverso questa ricerca consentono inoltre l’identificazione delle aree riproduttive estere dei soggetti che svernano in Italia e permetterà di collaborare con le Istituzioni di quei Paesi per preservarle nel tempo. La telemetria ancora una volta si dimostra dunque una tecnologia insostituibile per conoscere la biologia e i comportamenti migratori degli uccelli, sia per le applicazioni in campo gestionale, sia per la conoscenza scientifica generale.