Fra le tecniche di tiro quella al volo, diversamente da come si suppone, si dimostra davvero semplice. Quel che serve al cacciatore inesperto è esercitazione, confidenza con l’arma e sicurezza nelle proprie possibilità.
Non è un segreto per i cacciatori veterani che esistano una notevole quantità di tecniche di tiro, alcune delle quali si sono addirittura trasformate in discipline olimpiche, vista la complessità, il rispetto delle regole e l’esperienza che richiedono.
E’ fondamentale per un cacciatore conoscerle tutte, meno saperle praticare con precisione, dato che ciascuna tipologia di tiro si interessa di una specifica tecnica di caccia e di norma il cacciatore trova fin da subito quella più adatta alla sua persona. Ciò non toglie che con il trascorrere del tempo si possa desiderare di mutare stile di caccia e selvaggina; solo a questo punto ci si dovrà avvicinare a nuove forme di tiro.
Le principali sono quattro, per quanto esistano numerose varianti di cui ci occuperemo in altra sede:
• tiro al volo;
• tiro al volo dinamico;
• tiro a palla;
• tiro a stoccata.
Oggi parleremo del tiro al volo, impegnativo per i giovani cacciatori che si avvicinano a quest’arte. Differentemente da come si è soliti immaginare comunque il tiro al volo è una delle tecniche più semplici da eseguire, leggermente più complicata rispetto al tiro al fermo.
Il segreto è semplicemente quello di conoscere le principali dinamiche che muovono il tiro al volo, tutto il resto sarà fatto dall’esperienza che con il tempo renderà naturale e semplice questo tiro di precisione. Quel che il cacciatore neofita dovrà realmente imparare a fare, sarà seguire il bersaglio in movimento che d’improvviso potrà cambiare direzione o addirittura velocità. Il selvatico dovrà infatti essere seguito ben puntato con il fucile per tutto il suo volo, fintanto per lo meno che non raggiunga una posizione ritenuta ottimale per il suo abbattimento.
Non necessariamente ci si dovrà allenare sul campo di caccia. Il cacciatore inesperto che voglia fare esperienza potrà più semplicemente legare ad un filo un oggetto rotondo: si potrà trattare di una mela o di una pallina da tennis magari, da appendere ad un albero.
Una volta spinto, l’oggetto comincerà ad oscillare più o meno lentamente davanti al cacciatore, in avanti ed indietro o magari lateralmente da destra verso sinistra. Per un buon allenamento sarà bene distanziarsi dall’obbiettivo di almeno 5 metri e puntarlo con il fucile scarico. E’ bene vi assicuriate che non ci siano cartucce ne in canna ne nel serbatoio, per evitare incidenti spiacevoli. L’idea in grossa sostanza è quella di seguire la palla che dondola fintanto che non si fermerà. A quel punto, se l’esercizio è andato a buon fine, si dovrà provare a spingerla ancora più forte, in maniera tale che l’attività si complichi ulteriormente. Lentamente i movimenti diventeranno precisi ed equilibrati. Lo step successivo, che non è necessario raggiungere in un solo giorno, è quello di allontanarsi ancora di più dall’oggetto appeso all’albero fino a quando non si riuscirà a seguirlo con precisione fin da una distanza di 40 metri.
L’esercizio a tutta prima potrebbe sembrare inutile, ad alcuni addirittura ridicolo, ma regalerà al cacciatore un giusto equilibrio e un ottimo rapporto di confidenza con l’arma. Naturalmente sul campo le cose cambieranno notevolmente: il selvatico in volo è molto veloce e imprevedibile ma se il cacciatore riuscirà a farlo entrare nel proprio mirino, gli esercizi ritorneranno davvero utili.
Ed ecco il secondo consiglio che vi aiuterà a puntare con precisione un volatile che spunta improvvisamente dal bosco. Anche in questo caso la parola chiave è allenamento. Gli oggetti ed il posto rimarranno invariati. Tanto per cominciare puntate un oggetto fermo da cui si è distanti circa 5 metri. Il fucile dovrà essere, come detto in precedenza scarico e l’esercizio consisterà nel dare le spalle all’oggetto immobile e voltandosi con rapidità puntarlo il più rapidamente possibile. Arma scarica, presa del fucile salda, assenza di movimenti strani e tremolii renderanno l’esercizio sicuro ed efficace.
Si potrà passare alla fase successiva solo dopo essere riusciti nella tecnica. Per complicare l’esercitazione, l’oggetto (la nostra mela o palla da tennis) dovrà essere in movimento e la distanza dovrà aumentare. Lentamente si riuscirà a mirare l’oggetto e seguirlo con la canna del fucile. Quando questa tecnica sarà eseguita senza difficoltà si sarà pronti per la caccia e per il tiro al volo.
Ultimi piccoli accorgimenti sono relativi al posizionamento della canna che dovrà essere posta, prima dello sparo, leggermente più avanti rispetto al volatile di modo che quei secondi di volo verranno ben coperti. Se il selvatico invece dista pochi metri il consigli è quello della precisione più assoluta.
L’importante è non accanirsi. Se dopo il secondo tiro il volatile non sarà stato abbattuto sarà meglio lasciar perdere. Si potrebbe ferirlo di striscio e all’animale non resterebbe che andare a morire lontano. Il rispetto per la selvaggina non dovrà mai essere dimenticato.