Conoscenza del territorio, pazienza, perizia nella scelta della postazione e ritualità nella costruzione del capanno che ospiterà il cacciatore durante le giornate venatorie. Questi sono solo alcuni elementi che caratterizzano la caccia in capanno.
Antica ed affascinante, la tecnica di caccia detta al capanno è una di quelle che oggi si potrebbero dire in disuso, per quanto non manca chi ancora la pratichi. Un genere di caccia dei nostri nonni più che altro che in se possiede non solamente il fascino dell’arte venatoria ben nota ai cacciatori, quanto piuttosto l’intrigante rituale della preparazione della zona di caccia, del capanno appunto.
Al cacciatore è richiesto di scovare il punto ideale nel quale erigere il capanno, individuare la forma e la dimensione migliore tenendo in considerazioni elementi quali il tempo ed il clima.
Tecnicamente questo genere di caccia si svolge seguendo cinque tappe fondamentali:
1) scelta del luogo nel quale sorgerà il capanno;
2) tipologia di capanno che si desidera costruire;
3) scelta dell’abbigliamento;
4) scelta del richiamo;
5) scelta del fucile e delle munizioni da utilizzare.Scegliere il luogo nel quale costruire il capanno è forse una delle fasi più difficili e complicate. Il cacciatore deve effettuare numerosi sopraluoghi, osservare con cura diverse zone, indovinare i punti nei quali la specie migratoria con più facilità si apposterà conoscendo alla perfezione il selvatico a cui si intende dare la caccia. Si dovranno infatti tenere in considerazione le sue abitudini, la cui conoscenza renderà più semplice il lavoro del cacciatore. Normalmente è preferibile scegliere un terreno invitante, ricco di pasture, alberi da frutto, bacche o addirittura piante, che avranno come scopo quello di attrarre i volatili di passaggio. Altra difficoltà sarà rappresentata dalla necessità di scegliere la giusta distanza fra capanno e zona di tiro. In questo caso il cacciatore dovrà rispettare le norme imposte e tener in considerazione il calibro del fucile che desidera usare. I calcoli diventeranno molto più semplici con il tempo e con l’esperienza.
Per quel che riguarda le tipologie di capanni la scelta del cacciatore sarà realmente limitata dato che il capanno potrà essere fisso o removibile.
Nel caso del capanno fisso questo dovrà essere costruito utilizzando legno e muratura. Potrà in questo modo essere usato dal cacciatore nelle varie stagioni venatorie che verranno. Diverso è il discorso da farsi per quello removibile, che il cacciatore userà esclusivamente per la stagione in corso, e che verrà poi distrutto o rimosso a conclusione dell’avventura venatoria.
Da tener presente che un gran numero di capanni appartengono alla seconda categoria, costruiti con l’uso di legno mimetizzato attraverso l’uso di canne, e rami che fondono il capanno con l’ambiente che lo circonda.
I rami dovranno essere apposti con cura, in modo tale che il cacciatore non sia visibile, ma disponga di un’ottima visuale; più facile a dirsi che a farsi!
In base al numero di cacciatori che desiderano abitare il capanno (normalmente sono pensati per un massimo di tre cacciatori) le dimensioni dello stesso dovranno ovviamente mutare.
Ai capanni “nature” si stanno sostituendo con una certa frequenza quelli costruiti con teli mimetici, dotati di struttura in metallo, sorte di tende che potranno essere smontate e trasportate con estrema facilità.
Il problema principale è rappresentato dalla proprietà della terra nella quale lo si posiziona. Qualora il terreno non fosse proprio, è buona norma richiedere l’autorizzazione scritta al legittimo proprietario.
Altro elemento da non sottovalutare è quello dell’abbigliamento. Prima di tutto dovrà essere comodo e pesante, dato che il cacciatore rimarrà all’interno del capanno per molte ore, senza potersi muovere agevolmente. Il consiglio è quello di usare scarponcini comodi e robusti, più caldi se paragonati con gli stivali di cui normalmente si dispone. Identico discorso anche per l’abbigliamento: scegliete quello che preferite a patto che sia caldo, non limiti i vostri movimenti e vi aiuti a mimetizzarvi naturalmente.
Anche per quel che riguarda i richiami, il discorso da farsi deve essere particolarmente preciso. Potrete scegliere infatti fra richiami vivi, ingabbiati, della stessa specie dell’uccello che intendete cacciare, che potranno essere catturati o acquistati, oppure optare per richiami meccanici. Consistono principalmente in strumenti che riproducono il verso del volatile con lo scopo di attirarlo.
Il cacciatore che pratica questa tecnica venatoria normalmente sceglie armi tradizionali: doppiette o sovrapposti con un calibro di 12 o 20.
Queste armi pur richiedendo feritoie leggermente più ampie rispetto ai monocanna usati in passato, si dimostrano molto più maneggevoli e la cosa non è di poco conto.
Oggetto delle mire del capannista normalmente è il merlo, il tordo bottaccio, il tordo sassello o la cesena. Se invece si opta per questo genere di caccia in prossimità di laghi l’interesse sarà rivolto specialmente ai palmipiedi e trampolieri. Le specie cacciabili sono comunque numerose; ricordiamo il mestolone, la canapiglia, il codone, le marzaiole, la folaga, il germano reale o la gallinella d’acqua.
La caccia da capanno negli ultimi anni è stata oggetto di forti limitazioni che ne hanno causato il disuso. Le limitazioni variano da regione a regione e di norma riguardano la distanza del capanno da immobili, stabili o fabbricati in genere, il numero di selvatico cacciabile in una giornata e soprattutto le giornate di caccia da impiegarsi seguendo questo genere di tecnica. Sono da tenere in considerazione anche i limiti imposti al taglio di piante per la creazione e sistemazione del capanno e per l’utilizzo di uccelli da richiamo.