Può proseguire l’abbattimento selettivo dei cormorani, specie protetta che però prolifera nei laghi trentini facendo strage di specie ittiche locali, in particolare della trota marmorata. Lo ha stabilito il Tar di Trento respingendo il ricorso presentato da Lipu, Wwf e Pan Eppa che chiedevano l’annullamento della delibera con cui la Provincia ha prorogato il piano di controllo del cormorano per il quinquennio 2020-2025. È dal 1993 che è stata registrata in Trentino la presenza regolare del Phalacrocorax carbo L. Oggi si calcola che la popolazione superi le 600 unità. «La letteratura scientifica di settore – precisa la sentenza – stima in 450 grammi circa il prelievo giornaliero di massa ittica da parte di un singolo cormorano e tale dato comporta, nel territorio trentino, un impatto notevole nei confronti di specie ittiche autoctone di particolare pregio, quali nello specifico la trota marmorata, oltre che il temolo.
Specialmente le popolazioni di trota marmorata hanno infatti subito nel tempo una rilevante contrazione, senza più raggiungere i valori numerici di vent’anni addietro». La Provincia dal 2005 ha attivato il controllo in deroga del cormorano. «Tenuto conto dei pareri espressi dall’Osservatorio faunistico provinciale e dall’ISPRA, il dirigente del Servizio Foreste e fauna ha formalizzato alla Giunta provinciale, la proposta (accolta, ndr) di adozione del regime di deroga per il cormorano in ragione della necessità di proteggere la trota marmorata».
Il provvedimento consente un contingente massimo da abbattere pari a 120 cormorani. I ricorsi delle associazioni ambientaliste, che lamentano la violazione della direttiva Ue in tema di uccelli, sono stati respinti. «La valutazione circa l’assenza di altre soluzioni soddisfacenti operata dalla Provincia – scrivono i giudici – risulta del tutto equilibrata.
È appena il caso di rilevare che l’abbattimento non solo è rafforzativo delle azioni di dissuasione, ma che le misure dissuasive e di prelievo contemplate accompagnano altre significative azioni intraprese al fine del ripristino dell’habitat della trota marmorata». In conclusione – sostiene il Tar in un’articolata sentenza – «i provvedimenti impugnati, che attuano un equilibrato bilanciamento dei concorrenti interessi coinvolti, di tutela della specie protetta del cormorano e delle specie ittiche presenti nel territorio trentino, resistono a tutte le censure dedotte con il ricorso, che deve conseguentemente essere respinto» (L’Adige).