Il Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche si è pronunciato definitivamente sul ricorso presentato dalla Regione in merito a quanto deciso dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 gennaio. Il Governo pubblicò infatti una delibera con cui cambiò il calendario venatorio 2015-2016, chiudendo di fatto in anticipo la caccia al tordo bottaccio e alla cesena. Il prelievo terminò, come avvenuto anche in altre regioni, il 20 gennaio invece che il 31 come previsto dal testo.
Il TAR ha dato ragione alle Marche, riconoscendo l’annullamento della delibera e confermando che in quel caso non c’erano i presupposti per esercitare il potere sostitutivo da parte del Governo stesso. Era quindi giusto e legittimo mantenere la data del 31 gennaio.
Il Governo può sostituirsi alle regioni anche quando non sono rispettate le norme o i trattati internazionali oppure ancora la normativa dell’Unione Europea, a patto che ci sia un’assoluta urgenza e senza mettere in pericolo le finalità che sono contemplate dall’articolo 120 della Costituzione. I giudici hanno deciso di seguire l’orientamento degli altri giudici amministrativi che hanno seguito casi identici, vale a dire in relazione alla Toscana e alla Liguria.