Federcaccia Liguria ha annunciato tramite un comunicato l’accoglimento del ricorso presentato dalla Regione contro la delibera del Consiglio dei Ministri dello scorso 15 gennaio che aveva anticipato la chiusura della stagione venatoria. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha dato ragione all’ente e alla stessa federazione che aveva promosso e sostenuto l’azione, di conseguenza il calendario ligure terminerà il prossimo 31 gennaio. I giudici hanno sospeso con effetto immediato l’esecuzione del provvedimento impugnato motivando la decisione con le ragioni di urgenza: ora i cacciatori potranno concludere la stagione venatoria nei modi e nei tempi che erano già stati stabiliti dalla Regione.
Secondo Federcaccia Liguria, si tratta di un importante riconoscimento dal punto di vista giurisprudenziale e che ha valore non soltanto per la regione settentrionale. Inoltre, è stata riconosciuta l’importanza delle motivazioni tecniche portate dalla Liguria a sostegno del proprio atto. Cosa ha spinto il Tar a sospendere la delibera che prevedeva la chiusura anticipata? Come si può leggere nella sentenza, è stato rilevato come il calendario venatorio abbia dato atto che il movimento iniziale di migrazione prenuziale si verifica a partire dai primi dieci giorni di febbraio e che le catture registrate nel mese di gennaio non presentano degli scostamenti significativi in aumento rispetto ai mesi precedenti.
Il Tribunale ha sottolineato anche che riguardo alle modalità concrete di prelievo (dal 1° al 31 gennaio 2016), è stata prevista la caccia per due sole giornate la settimana e con un limite massimo di dieci capi al giorno. I due elementi sono fondamentali per escludere la fondatezza delle censure: in pratica, la delibera del Governo doveva basarsi su un’analisi più approfondita dei comportamenti della specie avicola (tordo bottaccio). In aggiunta, i giudici liguri hanno escluso che un prelievo di questo tipo sia stato indiscriminato. La scelta del CdM di dieci giorni fa ha provocato polemiche e reazioni, i Tar si sono però comportati in maniera differente.
In Toscana, infatti, il ricorso presentato dai cacciatori è stato bocciato e la stagione venatoria si è conclusa in anticipo, mentre in Liguria la categoria avrà a disposizione ancora qualche giorno per concluderla regolarmente e come previsto sin dall’inizio. Altre regioni sono state chiamate in causa, vale a dire Umbria, Marche, Lombardia, Calabria e Puglia, di fatto “commissariate” per non aver adeguato il calendario di caccia relativo al tordo bottaccio, la cesena e la beccaccia. La decisione del Tar Liguria rappresenterà a questo punto un importante precedente nel caso si dovessero presentare situazioni simili in futuro.