Inoltre, non ci sarebbe stato alcun agricoltore risarcito a causa della specie, oltre all’assenza di sopralluoghi per effettuare le verifiche sul campo. I legali animalisti, poi, hanno sostenuto con forza la tesi della mancata vigilanza sulla caccia in deroga. La LAC rimane convinta del fatto che le segnalazioni per i danni da storni siano giunte dai titolari di licenza di caccia per avere via libera.
Il ricorso era stato presentato contro la deliberazione regionale del 16 giugno scorso e contro il parere dell’ISPRA di un mese prima. Secondo i giudici, il prelievo dello storno può essere autorizzato quando sono presenti condizioni tassative, tra cui la necessità di evitare gravi danni all’agricoltura. Il danno dimostrato al settore delle olive e certificato dall’Università degli Studi di Genova (15.500-18800 chili di olive per la precisione) è stato quindi giudicato modesto.