Anche le persone che fumano occasionalmente uno spinello hanno diritto a conseguire il porto d’armi per uso venatorio. Lo ha stabilito il Tar di Brescia accogliendo il ricorso di un aspirante cacciatore residente sul Garda che si era visto respingere dalla Questura la richiesta di ottenere la licenza di porto di fucile. Una decisione presa sulla scorta di una sanzione amministrativa inflitta anni prima dai carabinieri per uso personale di sostanze stupefacenti.
Per i giudici amministrativi nella decisione la Questura «ha escluso la sussistenza del requisito della buona condotta postuma e stabilito l’inaffidabilità del richiedente a detenere armi solo in base alla segnalazione dei carabinieri». Come osservato nella memoria del ricorso «alla sanzione inflitta dai militari non era seguito alcun provvedimento giudiziario e la prefettura aveva archiviato il procedimento.
Le analisi effettuate nell’aprile di quest’anno – si legge ancora nel ricorso – hanno dimostrato l’assenza di positività da sostanze stupefacenti». Per il Tar dunque «l’inidoneità al rilascio del porto d’armi correlata all’assunzione anche occasionale di droghe non può costituire ragione ostativa quando il fatto sia risalente a molti anni prima della presentazione della domanda di rilascio» (Brescia Oggi).