La soddisfazione di Arci Caccia
Arci Caccia ha espresso grande soddisfazione per la pubblicazione dell’ordinanza n. 300 del 2024 con cui il Tar Abruzzo ha accolto le tesi proposte da Arci Caccia rilevando la possibile illegittimità costituzionale della Legge Regionale n. 11 del 2023 con cui la Regione aveva stabilito i criteri per la nomina dei rappresentanti delle Associazioni Venatorie in seno ai Comitati di Gestione degli ATC. L’associazione venatoria ne ha parlato con l’avvocato Matteo Valente che ha rappresentato l’Arci Caccia nel giudizio.
La centralità delle associazioni
Ecco le sue dichiarazioni: “Il Tar ha aderito alla nostra tesi sul concetto di rappresentatività delle Associazioni Venatorie riconosciute, affermando il principio per cui le Associazioni hanno il diritto di nominare all’interno dei Comitati di Gestione i propri rappresentanti. Si tratta di un posizione che rilancia la centralità delle Associazioni”.
Nomina dei membri dei Coges
Il legale si è poi soffermato sul testo normativo: “La Legge del 2023 su cui il Tar ha palesato seri dubbi di costituzionalità ha modificato il sistema di nomina dei membri dei Coges introducendo ex novo un ulteriore “paletto” che limita il concetto di “rappresentanza”. La norma Regionale prevedeva già in passato che solamente le Associazioni che avevano un numero di iscritti superiore al 15% dei cacciatori residenti nell’ATC potessero nominare i propri rappresentanti nei comitati di gestione. Si tratta di una rilevante soglia di “sbarramento”. A questa prima “soglia” la nuova Legge ha aggiunto un ulteriore sbarramento: si tratta dell’applicazione del metodo d’Hont, un sistema di calcolo che “premia” oltre misura l’Associazione che ha più iscritti. Questo secondo paletto nei fatti produce un effetto che consente all’Associazione con più cacciatori di poter esprimere un numero esagerato di propri rappresentanti, sottraendo seggi alle altre Associazioni. In altre parole, la Regione ha così introdotto una doppia soglia di sbarramento che comprime la rappresentatività ed il pluralismo“.
Le prossime tappe
Il percorso futuro è presto detto: “Ora la questione passerà al vaglio della Corte Costituzionale che è stata chiamata ad esprimersi sulla tenuta costituzionale della Legge Regionale. Se la Suprema Corte dovesse ritenere – come suggerito dal Tar – che la doppia soglia di sbarramento viola i principi di uguaglianza e proporzionalità, la Legge verrà dichiarata incostituzionale e dunque sarà annullata“ (fonte: Arci Caccia).