Nel lusso e nel benessere ci si può permettere di discettare se sia meglio un binocolo più leggero e disporre a parte di un telemetro o se sia preferibile incorporare il misuratore delle distanze in un binocolo, magari leggermente più pesante, ma che in tal modo ingloba in un solo strumento la doppia funzione. La Swarovski con il suo binocolo EL Range, qui nella versione 8×42, accontenta i fautori della seconda opzione e, in verità, osservare un soggetto e conoscere immediatamente la distanza a cui è posto ha i suoi vantaggi.
Diamo una rapida occhiata alla confezione in cui questo apparecchio viene consegnato al pubblico: scatola di cartone bianco inserita nel copriscatola del colore verdone caratteristico con etichetta di riconoscimento immediatamente visibile anche nello stivaggio di magazzino se la si pone nel giusto verso. Sfilato il guscio esterno si apre la ribaltina su cui un’immagine a colori di alta montagna trasporta la mente ai luoghi di elezione per l’impiego: l’ottica è inserita un trasportino in cordura con cerniera di chiusura mentre a parte si trovano la tracolla, i documenti di garanzia, i due libretti di istruzioni, quella rapida in inglese e quella più approfondita in diverse lingue fra cui l’italiano. Sarà opportuno leggere quel che viene riportato con dovizia di illustrazioni: il fissaggio della tracolla può già rivelarsi ostico se non si memorizzano i diversi passaggi così come le regolazioni dei cordini adatti a porre lo strumento alla giusta altezza. La tracolla poi è del tipo con larga e spessa fascia di appoggio al collo che minimizza la sensazione di peso, ma ingombra non poco quando si indossa sotto a una cacciatora con il colletto e sopra a un maglione e a una camicia tecnica per i climi freddi. Tutto molto bello, tecnologico e scientifico: al nostro gusto d’antan… persino troppo. Sugli obiettivi sono posti i tappi para lenti incernierati nella loro parte inferiore e apribili/richiudibili a scatto: per chi non li gradisse, in effetti possono risultare di troppo, li si può togliere con un semplice movimento, ma anche qui è bene prender visione dal libretto di istruzioni per come agire.
Le regolazioni preventive vedono il movimento sul perno centrale per centrare il giusto distanziamento fra le pupille, la correzione diottrica delle due visioni tramite le ghiere a sollevamento così come sono a rialzo i due oculari per la giusta distanza dall’occhio, anche in presenza di occhiali. Il processo di messa a fuoco sulla distanza prosegue con la rotella corrugata posta fra i due tubi, molto ben manovrabile con un dito reggendo il binocolo: al suo interno è situata la batteria per l’impianto elettrico di rilevamento delle distanze. La presa ergonomica pone in condizioni di manovrare a lungo e senza stancarsi anche con una mano sola, focalizzando soggetti posti a distanze diverse e rilevando la metratura tramite il pulsante posto a sinistra nel ponticello posteriore di giunzione.
Al di sotto si trova un secondo pulsante che imposta le varie funzioni desiderate, in particolare quella che aggiunge al rilevamento in metri o yarde anche l’angolo di sito indicando o il valore in gradi o, più direttamente, la metratura ricalcolata in funzione di tale dato. Sempre in tema di impostazioni si può selezionare la brillantezza desiderata nel display dove appaiono i dati rilevati dal lettore a laser. Come si può intuire il tiro in posizione angolata, quello che in montagna determina sovente degli errori, è in tal modo assai facilitato.
Un nuovo prodotto quindi della Casa austriaca destinato ai cacciatori e ugualmente a coloro che si dedicano all’osservazione naturalistica ad ampio raggio dovendo rilevare, per i più disparati motivi, le distanze intercorrenti fra sé e un obiettivo. Per concludere segnaliamo i dati maggiormente indicativi quali il peso pari a circa 895 g e la distanza di misurazione compresa fra i 30 e i 1375 metri con scarto massimo di +/- 1 metro.
Non abbiamo parlato delle lenti e della visione attraverso di esse: la fama acquisita in tanti anni da questo fabbricante ci fa ritenere superfluo soffermarci sulla morbidezza delle linee e sulla luce, le due peculiarità davvero poco misurabili in termini scientifici, ma a cui i fedeli utilizzatori dei prodotti Swarovski danno il peso che meritano perché, oltre a rendere immagini perfette, non affaticano mai l’occhio.