La gestione di un’emergenza
La città della seta e, da qualche giorno, anche delle nutrie. Garlate, in provincia di Lecco, è una piccola località che affaccia sull’omonimo lago e che è celebre per il suo museo dedicato al celebre e prezioso materiale. Da diverso tempo a questa parte, però, le cronache fanno riferimento al comune lombardo soprattutto per quel che riguarda i roditori. Proprio qui, infatti, sorge una colonia censita e monitorata, una situazione che ha diviso l’opinione pubblica. In Lombardia, ma anche in altre parti d’Italia, la nutria rappresenta infatti un’emergenza di non poco conto e a Garlate in particolare si è pensato più di una volta all’abbattimento, come d’altronde in tutta la provincia di Lecco.
I numeri sono presto detti. Fino a questo momento il Comune lecchese è stato capace di sterilizzare circa venti esemplari: non è possibile stabilire se le nutrie presenti nel territorio siano tutte quelle censite, bisogna anche tenere conto che il bacino del lago è molto vasto e gli animali in questione potrebbero essere più numerosi o addirittura arrivare da altre parti del mondo. Allo stesso tempo, le comunità dei roditori non danno la possibilità ad esemplari esterni di farne parte.
L’impegno economico
A farsi carico delle spese non è l’amministrazione comunale, dunque il progetto è a costo zero per i cittadini: se ne occupa, dal punto di vista finanziario, l’associazione Progeco Ambiente e Natura”. Non è neanche il primo esperimento di questo tipo in Italia, anzi ci sono diversi precedenti che vale la pena menzionare. Prima ancora di Garlate, infatti, la sperimentazione con le nutrie era stata effettuata in quel di Buccinasco (provincia di Milano), per poi espandersi in varie località dell’Emilia Romagna, tra cui Pandino (Cremona). A Garlate, però, sono stati registrati quelli che vengono definiti i risultati più importanti.
Secondo quanto riferito dal primo cittadino del comune lecchese, Giuseppe Conti, non ci sono più grandi avvistamenti di nutrie in paese, inoltre i danni sarebbero calati e la presenza dei roditori nei pressi del lago non sarebbe costante e ingombrante come avvenuto negli ultimi anni. C’è da credergli? In base alla ricostruzione di Samuele Venturini, biologo e principale referente di Progeco, gli abbattimenti vanno addirittura in senso contrario alla risoluzione del problema, anzi questo prelievo consentirebbe agli altri esemplari di avere più spazio e risorse per proliferare. Lo stesso Venturini ha comunque ammesso che la sperimentazione di Garlate può andare bene ma con le dovute limitazioni, quindi non tutto deve essere preso come oro colato.
Vantaggi e svantaggi
Volendo essere più precisi, la colonia censita e monitorata può rivelarsi utile in quelle aree in cui il controllo, l’avvicinamento e ovviamente anche la sterilizzazione delle nutrie è più agevole. Il discorso cambia in modo completo, al contrario, se si guarda all’aperta campagna e ai grandi spazi: in queste due situazioni, una colonia come quella del comune lecchese non può proprio essere presa in considerazione. Cantare vittoria non è raccomandabile soprattutto se si mette a confronto questa situazione in Lombardia con un’altra che ha avuto come sfondo negli ultimi anni il Piemonte.
Le sterilizzazioni dei roditori poste in essere tra il 2017 e il 2021 nel Torinese non ha permesso di raggiungere alcun risultato concreto. Anzi, la misura è stata un vero e proprio flop, tanto da far ben presto preoccupare nuovamente gli enti locali. Un secondo piano dello stesso tipo è stato quindi accantonato, anche e soprattutto per i costi sostenuti. Verrebbe da dire che non è tutto oro quello che luccica: di Garlate si è parlato e si sta parlando parecchio, per ora i residenti e gli agricoltori possono tirare un sospiro di sollievo, ma basta un attimo per vedere la situazione precipitare di punto in bianco.