Un articolo uscito sulla rivista “Conservation Science and Practice”, uscito nel marzo 2019 (Conservation implications of misidentification and killing of protected species DOI: 10.1111/csp2.24), analizza in modo rigoroso il problema della confusione fra specie cacciabili con quelle che possono assomigliarvi. Il caso riguarda due repubbliche della Russia Artica in cui sono cacciati il cigno reale (Cygnus olor) e il cigno selvatico (Cygnus cygnus) in presenza anche della specie protetta cigno minore (Cygnus columbianus bewickii), giudicato in diminuzione in tutta Europa.
Gli autori della ricerca, studiosi inglesi, russi e della Lettonia, hanno incontrato i cacciatori delle due repubbliche russe e hanno fatto compilare loro un questionario per verificare la capacità di riconoscere la specie protetta cigno minore da quelle cacciabili, e per valutare l’incidenza degli abbattimenti per confusione. La conclusione è stata che esistono gli abbattimenti di cigno minore, sia per confusione, sia per propria volontà, con alcune differenze fra diversi strati della popolazione. Si è osservato che che la capacità di distinguere le due specie può essere migliorata rendendo i cacciatori consapevoli del problema e istruendoli con tecniche di riconoscimento delle specie cacciabili e protette.
Gli Autori hanno citato nel lavoro originale le iniziative dell’ACMA-FIdC di alcuni anni fa per il riconoscimento del combattente e della moretta tabaccata, rispettivamente da altri limicoli protetti e dalla specie cacciabile moretta. Questo il passaggio che ci riguarda: “For example, the Italian Hunters’ Association (Associazione Cacciatori Migratoristi Acquatici) was instrumental in preparing and distributing visual guides for hunters which addressed the possible confusion of Ruff Philomachus pugnax and Ferruginous Duck Aythya nyroca with morphologically similar species (AEWA, 2015)”. La conclusione dell’articolo è chiara, nessun divieto di caccia è richiesto per le due specie, mentre la strada vincente è il coinvolgimento dei cacciatori in momenti di auto valutazione e formazione.
Esattamente quanto Federcaccia propone da anni, e che è del resto scritto nella Guida alla Disciplina della Caccia Europea, ma che non viene recepito da ISPRA che purtroppo continua da decenni pervicacemente a richiedere il divieto totale di caccia alla moretta, addirittura anche in presenza di cambiamenti favorevoli nella demografia della moretta tabaccata. Per Federcaccia continua l’impegno per fare passare i concetti corretti nella gestione delle specie cacciabili, e garantiremo lo stesso approccio in tutte le regioni italiane, chiedendo di discostarsi dal parere dell’ISPRA e mantenere tutte le specie, procedendo a corsi di formazione invece di frettolosi e ingiustificati divieti.