Cosa dice il rapporto
È stato pubblicato il 4 settembre il riassunto per decisori politici dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes), la massima autorità scientifica in materia di natura e di contributi materiali e immateriali che la natura offre alle persone. L’approvazione era avvenuta al termine della 10a sessione plenaria dell’Ipbes da parte dei 141 Paesi membri, tra cui l’Italia. La redazione del rapporto ha coinvolto un centinaio di scienziati di ogni parte del mondo, ha richiesto oltre quattro anni di lavoro e la consultazione di oltre 12 mila referenze bibliografiche. Secondo il rapporto dell’Ipbes, più di 37.000 specie aliene sono state introdotte dalle attività umane in tutte le regioni e i biomi della Terra. Alcune, come le zanzare, i ratti, le termiti, hanno fatto “autostop” sulle rotte commerciali globalizzate, portando malattie, distruzione dei raccolti e danni a edifici e arredi. Il ritmo attuale di introduzione, affermazione e diffusione delle specie aliene viaggia a ritmi che non hanno precedenti nella storia umana: circa 200 specie all’anno. Almeno 3.500 specie, quasi un decimo del totale delle specie aliene, sono classificate come aliene invasive. La percentuale di specie aliene note per essere invasive varia dal 6% di tutte le piante aliene al 22% di tutti gli invertebrati alieni. Il 20% di tutti gli impatti sono stati segnalati nelle isole.
Specie aliene invasive
Secondo un precedente rapporto dell’IPBES sullo stato e sulle tendenze della biodiversità globale aveva affermato che le specie aliene invasive sono uno dei cinque maggiori fattori diretti di perdita fai biodiversità, insieme a distruzione e degradazione di habitat, inquinamento, prelievo di risorse biologiche e cambiamenti climatico. Le tre specie più invasive includono il giacinto d’acqua, una pianta acquatica tropicale originaria del Sud America, che blocca i corsi d’acqua e danneggia la pesca: la lantana, un arbusto rifiorente e il ratto nero. Altri esempi includono specie di zanzare invasive, come Aedes albopictus e Aedes Egypti, che diffondono il virus del Nilo occidentale e il virus Zika. Le segnalazioni di specie più invasive sono state rilevate nelle Americhe con il 34% di tutte le segnalazioni, seguite da Europa e Asia centrale (31%), Asia Pacifico (25%) e Africa (7%). Tre quarti delle segnalazioni riguardano gli ecosistemi terrestri, principalmente boschi e foreste temperate e boreali. Poche segnalazioni riguardano gli ecosistemi marini, segnando l’importanza e la priorità di approfondire il monitoraggio del fenomeno anche in questi ecosistemi ecosistemi.
Il costo economico
Secondo il rapporto dell’IPBES, le specie aliene invasive costano al mondo almeno 423 miliardi di dollari ogni anno e sono diventate una delle principali minacce alla diversità della vita sulla Terra.Gli autori hanno scoperto che il costo delle invasioni biologiche è aumentato del 400% ogni decennio dal 1970 e, secondo le previsioni, continuerà a salire negli anni a venire. Una delle principali preoccupazioni segnale nel rapporto è la perdita dell’unicità delle comunità di vita. Man mano che aumentano le specie aliene invasive e che queste diventano più invasive in tutto il mondo, le comunità biologiche appaiono più simili, la composizione, la struttura e le funzioni degli ecosistemi e alla loro resilienza di indeboliscono. La valutazione degli esperti ha rilevato che è possibile prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, che esiste un’ampia gamma di opzioni per combattere la diffusione e l’impatto delle specie invasive, uno degli obiettivi concordati alla Cop15 sulla biodiversità lo scorso dicembre a Montreal tra i 23 target globali da raggiungere entro il 2030. Secondo il rapporto Ipbes, la consapevolezza, l’impegno e lo sviluppo delle capacità dei cittadini e dei portatori di interesse possono fornire una base sostenibile, fondamentale per la prevenzione e il controllo delle specie aliene invasive.
Banca dati ISPRA
Il rapporto Ipbes sostiene che la consapevolezza, l’impegno e lo sviluppo delle capacità dei cittadini e dei portatori di interesse possono fornire una base sostenibile, fondamentale per la prevenzione e il controllo delle specie aliene invasive. Secondo la banca dati ISPRA, in Italia sono state identificate oltre 3.500 specie aliene, di cui 3.363 attualmente presenti. Molte sono arrivate con merci o mezzi di trasporto. Tra i casi più noti va ricordata quello della zanzara tigre (Aedes albopictus), una specie importata dall’Asia in Europa, che ha trovato anche in Italia una nicchia adatta per la sua diffusione. Una specie aliena particolarmente dannosa è la testuggine palustre americana (Trachemys scripta), che in natura crea problemi a una specie nativa, la testuggine palustre europea (Emys orbicularis). Il riassunto per decisori politici de rapporto Ipbes sulle specie aliene invasive, le infografiche e altri materiali illustrativi sono disponibili al sito. (Fonte ISPRA)