CACCIA: Legati alle tradizioni ma attenti all’attualità e alle decisioni della politica. Amanti della compagnia e impegnati nel sociale. Fruitori attenti e consapevoli dell’ambiente e della natura, costituiscono un volano economico che crea occupazione. Questo il ritratto che emerge dalla nuova indagine di AstraRicerche commissionata da CNCN e Face Italia.
Brescia, 9 aprile – Dopo aver analizzato il rapporto fra gli italiani e la caccia, mettendo in luce che la maggioranza di essi non è contraria all’attività venatoria se viene regolamentata, in questa seconda ricerca CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) e Face Italia (Federcaccia, Liberacaccia, AnuuMigratoristi, Enalcaccia) hanno rivolto la loro attenzione su come i cacciatori vivono la loro passione.
Ancora una volta lo hanno fatto attraverso il lavoro del sociologo Enrico Finzi di AstraRicerche, che anche in questo caso ha condotto in modo assolutamente trasparente l’indagine più ampia e approfondita mai realizzata sul tema. Il ritratto del cacciatore che si evidenzia è molto diverso dallo stereotipo solitamente presentato dalla maggioranza degli organi di informazione.
Dalla ricerca emerge l’immagine di un cittadino che vive in modo profondo il suo amore per la caccia (il 93% degli intervistati parla proprio di amore), ma soprattutto verso la natura dedicandosi ad attività all’aria aperta in generale (82,5%), impegnandosi nel sociale e in attività di volontariato a favore dell’ambiente e della collettività (il 63% è impegnato in attività ambientali di vario tipo, il 38% si dedica all’attività di prevenzione e contrasto degli incendi e il 20% è impegnato in attività di protezione civile).
I cacciatori hanno dimostrato di essere fruitori attenti e consapevoli della natura e della fauna, mettendo fra le loro priorità (70%) quelle di una caccia responsabile, esprimendo preoccupazione verso l’attività venatoria non regolamentata e non limitata (61%) e ponendo il bracconaggio al primo posto (81%) fra i fenomeni che danneggiano la caccia e i cacciatori.
Altro aspetto importante e da sottolineare il peso economico della caccia: il 54% dei cacciatori spende in una stagione fra i 2 e i 4900 euro, con un 12% che spende da 5 a 7500 euro e un altro 12% che spende oltre i 7500 euro, creando occupazione per oltre 45.000 addetti nel settore.
La ricerca infine ha evidenziato il peso politico dei cacciatori, sia a livello locale che nazionale, con il dato del 43% che dichiara di mutare le proprie scelte elettorali in base alle posizioni dei diversi schieramenti in merito alla caccia.
“I dati rilevati dal professor Finzi – afferma Alessandro Tamburni, presidente di CNCN – evidenziano un profilo positivo del cacciatore, soggetto animato da passioni profonde ma non per questo meno attento alle responsabilità verso l’ambiente e il sociale. Spesso i luoghi comuni lo ritraggono invece in modo oscuro, spinto da istinti negativi e non pacifici. Questa indagine è importante per accrescere la consapevolezza interna al settore venatorio e per offrire maggiori spunti di informazione all’esterno”. “Uno degli aspetti più interessanti è il fatto che i cacciatori – dice il professor Finzi – si sono rivelati con questa indagine persone straordinariamente legate alle tradizioni, amanti della compagnia.
La caccia è infatti un’attività che si tramanda attraverso la famiglia, gli amici e il passaparola e questo è un dato straordinario soprattutto in questi tempi predominati dalla comunicazione tecnologica”. “Con questa ricerca – dichiarano le associazioni venatorie riunite in Face Italia – abbiamo fatto un ulteriore passo avanti sulla strada di una necessaria maggior conoscenza dei diversi profili percepiti inerenti la complessa materia venatoria, fino ad ora basata più sui “si dice” che sui fatti.
Una conoscenza che serve per essere trasmessa al nostro interno e alla società, che abbiamo visto meno avversa quanto più cose reali sa di noi. Le indicazioni raccolte anche in questa occasione sono essenziali per dare risposte concrete e in sintonia alle richieste dei cacciatori italiani.
E il fatto che le quattro maggiori associazioni venatorie abbiano deciso di farlo in modo corale riunite sotto un unico coordinamento crediamo sia già una prima risposta a quanto i cacciatori ci chiedono”.