Bolzano: respinto Ddl sulle sanzioni ai cacciatori
Con il disegno di legge 30/09 “Modifica della legge provinciale 17 luglio 1987, n.14, recante ‘Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia”, Riccardo Dello Sbarba ha proposto oggi in Consiglio provinciale una nuova versione dell’articolo della citata legge che riguarda la sospensione del permesso di caccia a chi viola le norme della legge venatoria.
Questo perché, fino alla riforma dell’ottobre 2007, l’autorità preposta a decidere l’eventuale sospensione del permesso era il direttore dell’Ufficio provinciale caccia e pesca. Con la l.p. nr. 10/2007, invece, il compito di decidere sulla sospensione del permesso di caccia a chi viola le norme della legge venatoria è stato affidato all’Associazione, producendo un conflitto di interessi: “Il trasgressore”, ha spiegato Dello Sbarba, “è iscritto all’associazione cui spetta decidere sulle sanzioni: c’è quindi coincidenza tra chi sanziona e chi è sanzionato e si crea una sorta di autogiustizia. Sono stati anche denunciati dei favoritismi, o il sanzionamento di qualcuno solo perché si era reso antipatico nell’associazione”.
C’è poi un altro problema: “La decisione sulle sanzioni amministrative resta comunque dell’Ufficio caccia provinciale: quindi, mentre l’Ufficio provinciale sanziona, tocca all’Associazione cacciatori decidere sulla sospensione del permesso, il che non è coerente. In caso di ricorsi, bisogna seguire due strade differenti, e questo complica le cose”. Il disegno di legge, composto di un solo articolo, prevedeva dunque che fosse il direttore dell’ufficio provinciale competente in materia di caccia a disporre, nei confronti del cacciatore, la sospensione del permesso annuale o d’ospite per un periodo da quattro mesi a quattro anni, e che tali provvedimenti fossero immediatamente comunicati all’Associazione cacciatori o al gestore della riserva privata di caccia. All’articolo, Dello Sbarba ha presentato un emendamento, per prevedere il ricorso all’autorità giudiziaria contro i provvedimenti di sospensione. D’accordo con l’emendamento, per la necessità di garantire un giudice terzo, si è detto Maurizio Vezzali, mentre il pres. Luis Durnwalder ha detto che in caso di violazione di direttive emanate dalla Giunta il ricorso va fatto verso chi ha emanato le direttive, pertanto l’emendamento risultava poco logico. Respinto l’emendamento con 6 sì, 17 no e 1 astensione, nell’ambito della discussione dell’articolo Riccardo Dello Sbarba, ricordando di aver lavorato al dlp anche insieme ai cacciatori, ha ribadito la necessità di unificare l’autorità che assegna la sanzione principale e quella accessoria, e ha ricordato che, essendo la caccia un diritto soggettivo, le relative violazioni vanno stabilite da un organo amministrativo, non da un’associazione privata. Inoltre, nel caso di una sanzione amministrativa arriva a casa un avviso in una certa forma, il che fa sì che anche in caso di mancato ricevimento la sanzione diventi effettiva, e da lì partano i termini per i ricorsi: “Le lettere sanzionatorie dell’Associazione cacciatori non sono, invece, riconoscibili”.
Dello Sbarba ha poi fatto riferimento a due pareri legali opposti sulla legge in vigore: secondo l’Avvocatura della Provincia sostiene che la legge va bene così com’é; secondo l’ufficio legale della Ripartizione Agricoltura e foreste é invece necessario ricomporre la sede di competenza delle due sanzioni. In commissione legislativa, inoltre, il direttore dell’Ufficio Caccia e pesca si è detto d’accordo, in via di principio, con la proposta di legge. Dello Sbarba ha poi chiarito che il regolamento di attuazione dipende dalla legge, e che il regolamento è interno all’amministrazione provinciale: “Non possiamo affidare le multe ai cacciatori così come non potremmo affidare le multe stradali all’ACI!”. La Provincia ha competenza primaria sulla caccia, ha concluso il consigliere, ma non sulla modalità di attribuzione delle sanzioni, che, siano esse principali o accessorie, competono per legge nazionale a un’autorità amministrativa. Elmar Pichler Rolle (SVP) ha quindi sostenuto che contro una sanzione amministrativa è possibile non solo percorrere le vie legali, ma anche fare ricorso contro la Giunta: “Se invece introducessimo la modifica voluta dai Verdi ci sarebbe solo la via del tribunale.
La situazione come è oggi funziona, e dà sufficienti garanzie, perché le sanzioni amministrative sono comunque stabilite dall’Ufficio caccia e pesca, e chi le viola deve anche giustificarsi davanti ai suoi colleghi di caccia”. C’è inoltre la possibilità di un doppio ricorso, che é a favore dei cittadini. Per Pius Leitner (Die Freiheitlichen) è invece necessario garantire la certezza del diritto: “L’Associazione cacciatori fa un buon lavoro, ma se si lascia tutto in mano ai privati c’é la possbilità di discrezionalità. Per questo ritengo giustificato il dlp”.
Leitner ha poi lanciato un appello affinché nel Parco nazionale la caccia fosse regolata allo stesso modo che nei Parchi naturali, perché “non é possibile assistere a una continua eliminazione di cervi”. In replica, il pres. Luis Durnwalder ha sostenuto che la Provincia ha competenza primaria nel settore, e una legge con direttive chiare, che affida all’Associazione cacciatori dei compiti pubblici, controllati dalla Provincia.
Le direttive presenti nello Statuto vengono approvate dalla Giunta provinciale, e debbono essere rispettate: “Se la legge viene violata, come regolamentato dal legislatore, è chiaro che deve intervenire l’Autorità competente e non un’associazione, ma se vengono violate le direttive dell’associazione, è questa che interviene”.
La legge del 2007 aveva lo scopo di ridurre la burocrazia: “L’Associazione può intervenire contro chi viola le direttive da lei applicate, ma se chi è sanzionato vuole reagire, può ricorrere alla Giunta provinciale, che le ha emanate. La legge funziona bene così”.
In merito al Parco nazionale, Durnwalder ha aggiunto che si dovrà adottare una regolamentazione, e che probabilmente la Commissione dei 12 se ne stava occupando al momento della discussione in aula”. E’ quanto si legge nella nota della Provincia di Bolzano.
fonte: https://www.agenparl.it