Evento eccezionale a Piatto Lavato, prima nidificazione in Maremma di Marzaiola (Anas querquedula L.). Eugenio Russo piange, non crede ai suoi occhi, Piatto Lavato, la sua creatura, gli ha fatto un regalo bellissimo. La notizia è delle 18.30 del 29.05.2012, Eugenio mi chiama con la voce rotta dalla commozione, sono nati, li ho visti e Gabriele li ha filmati, c’è la femmina nel lago e 11 piccoli, incredibile.
Piatto Lavato è un posto bellissimo incorniciato tra i fiumi Bruna e Sovata circondato dalle colline dove si affacciano Buriano, Vetulonia e Montepescali. Siamo nel cuore della Maremma in mezzo ai campi di cereali, dove prima si estendeva il lago Prile. In questo luogo una ventina di anni fa, il nostro Eugenio, forse animato da quello spirito d’indipendenza che gli è proprio o forse, disamorato dai nascenti vincoli e pastoie della DIACCIA, decise di dar vita ad un suo proprio spazio venatorio.
Per vari motivi scelse “Piatto Lavato”. Nel corso degli anni il sito acquistò le caratteristiche attuali rivelandosi una realtà che, anche al di la’ delle aspettative ma non delle speranze, ha destato una certa curiosità , naturalmente “condita”, a volte, da quell’apparente disinteresse che fa parte , comunque, delle ataviche abitudini dei cacciatori d’ogni tempo. E, fin qui, nulla di strano: quattro parole in fila che potrebbero trovar posto in una qualsiasi conversazione fra “padulai di maremma” per santificare la consueta bevuta. Ma non è così semplice: si dà il caso che, ad una “analisi storica”, il fenomeno “Piatto Lavato” riservi non poche sorprese.
Dopo la realizzazione dell’invaso la perforazione del pozzo, la costruzione dei capanni e la sistemazione delle vie d’accesso, il passo successivo non poteva che essere la semina e piantumazione di specie botaniche coerenti con un ambiente che doveva essere invitante e familiare per le specie di acquatici da attirare. Naturalmente quest’ultimo atto venne compiuto cercando di avvicinarsi il più possibile a quanto presente in natura prendendo a modello, ma non solo, la flora tipica delle zone umide.
Seguì un periodo di “assestamento” tantoché, con l’esperienza di ogni giorno, fu possibile apportare quelle modifiche, sia pur blande, che, dimostrandosi valide, dettero le linee guida a tutta una serie di interventi, non invasivi ma “complementari”, tali da avviare l’esperienza verso un possibile, soddisfacente, risultato. Il conteggio della fauna acquatica, riferita tanto ai capi abbattuti quanto a quelli presenti, dette risultati incoraggianti.
A questo punto il passo successivo non poteva che essere il mantenimento dell’assetto presente sia pure migliorato da quei minimi interventi mirati, soprattutto, al contenimento della flora ed al mantenimento dei livelli idrici, attuato con immissioni o sottrazioni di acqua a seconda della stagione, così da mantenere uno stato di fatto. E questa è storia d’ogni giorno. In pratica, tutta l’attività si è dedicata e si dedica al controllo di quei parametri necessari ad assicurare a Piatto Lavato una assoluta sostenibilità ambientale.
Curiosamente, un sito venatorio ha dato vita ad un laboratorio permanente di monitoraggio ambientale che, fra l’altro, già da tempo rende disponibili i dati raccolti! Per quanto riguarda la sotenibilità, ci pare necessario sottolineare come qualunque ecosistema sia anch’esso schiavo del tempo: quel tempo che, in questo caso ha il nome specifico ed apparentemente complicato di periodo di accelerazione della successione ecologica.
Tradotto, come si dice, in soldoni, vuol dire che il territorio, nel suo insieme, tende a trasformarsi, ecologicamente, durante un periodo di tempo che è inversamente proporzionale alla sua estensione. Ad una più attenta analisi del problema si e’ visto come l’unica soluzione al momento possibile, che non avesse un impatto incoerente col sistema Piatto Lavato c’era ed era già in atto : il mantenimento del livello idrico. Mantenendo costante il livello, infatti, si manteneva altrettanto costante la quantità di quelle sostanze chimiche (sali ed elettroliti in genere) naturalmente disciolte nell’invaso contribuendo al perdurare di quell’equilibrio dinamico su cui si basano gli ecosistemi.
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Si vede quindi come la Sostenibilità di Piatto Lavato, così come quella di altre realtà consimili, sul breve – medio periodo, viste le dimensioni del sito, per poter mantenere le proprie valenze debba richiedere tutta una serie di interventi, sia preventivi sia complementari, tali da poterne assicurare lo status-quò. In conclusione, quindi non si può che porre l’accento sui risultati di una operazione amatoriale del tutto privata che, usando come strumenti le armi di quelli che si dichiarano apertamente “nemici dei cacciatori” ha saputo dimostrare una volta di più come il Buon Senso, senza condimenti ideologici abbia, quantomeno dato frutti appetibili e biologicamente incontestabili.
Progetto Migratoria non è solo Piatto Lavato stiamo lavorando ad altri importanti progetti compreso l’allontanamento piccioni dall’ospedale, dal centro della città. e dall’aeroporto Militare di Grosseto condotto dal Gruppo Falconieri di Maremma. Oltre a ciò stiamo conducendo attività didattiche con le scuole presso il Museo Vivente della Macchia Mediterranea, dove sorgerà prossimamente un’ A.N.P.P.I.L. (area naturale di particolare interesse locale). Abbiamo attivi nr. otto osservatori ornitologici dove raccogliamo dati sulla migrazione e sul passo.
Abbiamo collaborato con l’Università di Siena e attualmente con l’Università di Firenze dove abbiamo due nostri ragazzi (Guido Donnini e Davide Senserini)che si stanno laureando e stanno facendo il corso per diventare inanellatori ufficiali dell’ISPRA. Da quattro anni Davide Senserini sta conducendo il Progetto Rondini di Maremma, i risultati dell’importante progetto verranno pubblicati sulla tesi di laurea del nostro Davide. Inoltre Davide sta conducendo in collaborazione con l’Università di Firenze e la Dr.ssa Giorgia Romeo della Provincia di Grosseto il monitoraggio del Gatto Selvatico all’interno dell’Oasi di Monte Leoni.
Abbiamo in gestione la Z.P.M. (Zona di Protezione della Migratoria della Serra degli Impiccati) che si estente per circa 785 Ha dove sta lavorando egregiamente Guido Donnini con un ottimo progetto di gestione. Lo stesso Donnini ha organizzato presso l’Università di Firenze seminari col Gruppo Falconieri di Maremma dove si è parlato di riabilitazione dei rapaci provenienti dai centri di recupero e sull’avifauna acquatica, da circa quattro anni è in corso il progetto di monitoraggio delle beccacce svernanti all’interno delle Oasi e Riserve Naturali della Provincia di Grosseto.
Grosseto 30.05.2012
Progetto Migratoria
Il Presidente
Luca Bececco