L’incertezza è l’elemento dominante della caccia di selezione al cinghiale a Pisa. Non si sa ancora quale sia la data ufficiale di apertura di questo prelievo venatorio che riguarda le aree non vocate e che ha l’obiettivo di rendere meno pesante la pressione degli ungulati sulle campagne locali. La stasi ha fatto intervenire la Coldiretti pisana, convinta che l’ennesimo slittamento del calendario sia una scelta inopportuna, tenuto conto degli effetti che si stanno riversando sulla comunità.
Una indagine della stessa associazione agricola ha messo in luce come siano almeno 300 gli incidenti che ogni anno vengono causati dalla fauna selvatica in territorio toscano, quindi il problema non ha a che fare solamente con il settore agricolo. Ecco perché la stessa Coldiretti si è rivolta all’Ambito Territoriale di Caccia di Pisa per chiedere l’applicazione della Legge Obiettivo e il prelievo di cinghiali nelle zone in cui la presenza degli animali è considerata infestante.
Secondo Fabrizio Filippi, numero uno di Coldiretti Pisa, si sta però andando nella direzione opposta e il ritardo continuerà ad accumularsi con conseguenze facilmente immaginabili. La Legge Obiettivo non è il miglior strumento nel giudizio degli agricoltori, ma comunque l’unico in questa fase per frenare l’emergenza. La speranza è che la lettera inviata all’ATC smuova finalmente le coscienze.