Rivendicano il lavoro fatto dalle squadre dei cinghialisti per il contenimento degli ungulati in Umbria i cacciatori che martedì hanno protestato davanti a Palazzo Cesaroni mentre era in corso la seduta del Consiglio regionale dell’Umbria. A guidare la protesta del gruppo dei cinghialisti – che non ha “le bandiere” delle associazioni venatorie, ma che trova sostegno soprattutto all’interno della Federcaccia – è Fabio Faina. “I dati disponibili confermano, in maniera inconfutabile – afferma Faina a nome dei cacciatori cinghialisti che protestano – che le squadre di caccia al cinghiale svolgono una azione di controllo che è quantitativamente largamente maggiore rispetto a qualsiasi altra forma di controllo e contenimento messa in atto nei confronti della specie cinghiale“.
Un messaggio chiaro all’assessore Roberto Morroni, che ha annunciato una serie di misure per modificare l’attività di selezione finora svolta. Tra queste, la maggior possibilità di sparare data agli agricoltori in possesso di licenza di caccia. Ai cinghialisti le parole utilizzate dall’assessore Morroni, per il quale il “problema” dei cinghiali in Umbria è stato “lasciato senza controllo con una situazione di inerzia” sono affermazioni “inaccettabili“, che i cacciatori di cinghiale rigettano, considerandole “volgari ed offensive“.
“Queste accuse – replica Faina – sono state rivolte alle migliaia di cacciatori che hanno speso i loro soldi, il loro tempo, messo a disposizioni i loro mezzi ed i loro fedeli cani a costo zero per la comunità. Solo nel 2019, nel territorio regionale sono stati realizzati centinaia di interventi per andare incontro agli amici agricoltori, nel pieno rispetto del loro lavoro e per garantire il più possibile il loro reddito. centinaia di interventi per garantire la sicurezza stradale onde evitare al massimo il rischio di incidenti“. “Migliaia di cacciatori in Umbria – prosegue Faina – sono stati chiamati a svolgere una azione di volontariato che li ha chiamati e li chiama, nel giro di poche ore, ad essere reperibili e disponibili ad intervenire in qualsiasi giorno ed a qualsiasi ora.
Volontariato che abbiamo fatto, senza nessun rimborso, totalmente gratuito, e che ci ha da sempre visti pienamente collaborativi“. Faina annuncia che i cacciatori cinghialisti faranno ulteriori proposte. “Perché siamo convinti – spiega – che il contributo di idee e di azioni non possono che venire in primis da coloro che vivono tutto l’anno i boschi e la loro fauna. il cacciatore, soprattutto in questi tempi di cambiamenti climatici, deve entrare a pieno titolo tra i soggetti principali della gestione dei territori agro-silvo-pastorali“. I cinghialisti si rendono disponibili per per realizzare piani di censimento, al fine di “avere finalmente dati seri ed attendibili da poter utilizzare per individuare nuove e migliori azioni che consentano una gestione più efficace“. I cinghialisti pongono poi il problema “dell’aumento costante della presenza della specie lupo“.
Un fenomeno che “tende a spostare la specie cinghiale dai suoi habitat naturali verso le zone urbane, causando un aumento dei problemi sul versante della sicurezza stradale in primis ed anche in merito ai danni verso le colture“. Ma prima di queste proposte per i cacciatori vi è una priorità che è imprescindibile: la sicurezza. “Tutti gli interventi che siamo stati chiamati a fare – ricorda Faina – sono stati realizzati garantendo azioni in piena sicurezza sotto tutti gli aspetti. sopralluoghi preventivi delle zone, segnalazione e controllo delle aree oggetto di intervento, anche avvalendoci della collaborazione delle guardie giurate volontarie e delle forze dell’ordine, comunicando tempestivamente i luoghi e gli orari di inizio e fine intervento alle autorità competenti per territorio“ (Tuttoggi).