Cinquantenne, ingegnere, succede al compianto Giovanni Selvi. “Il mondo venatorio offre conoscenza e disponibilità, ma pretende rispetto dalle istituzioni”. E’ Simone Petturiti il nuovo presidente di Federcaccia Umbra. A distanza di quattro mesi dalla perdita del compianto presidente Giovanni Selvi, e pur nelle difficoltà legate alla pandemia tuttora in atto, sabato 6 marzo Federcaccia Umbra ha potuto finalmente eleggere il suo nuovo presidente regionale, tornando così a pieno organico come previsto dallo statuto. Classe ’70, ingegnere di Città di Castello, Petturiti vanta una lunga esperienza da dirigente venatorio sempre in Federcaccia Umbra.
Eletto con voto plebiscitario a fronte di un’affluenza prossima all’80% degli aventi diritto, a lui ora il compito di rappresentare, con impegno, studio e competenza, le istanze del mondo venatorio interpretando, al contempo, il suo necessario ricambio generazionale. “Sono onorato di ricevere l’onere della guida di Federcaccia Umbra – le prime parole del neopresidente – raccogliendo il testimone di illustri miei predecessori. La nostra associazione, per storia e per numeri, rappresenta le istanze dell’intero mondo venatorio, tanto sotto l’aspetto tecnico quanto sotto il profilo scientifico, ormai inscindibile da quello amministrativo.
Il mio impegno è quello di continuare a porre l’associazione al servizio delle istituzioni per un migliore svolgimento dell’attività venatoria, a beneficio della biodiversità e nell’interesse di tutti gli attori dell’ambiente e del territorio agro-silvo-pastorale, in particolar modo il mondo agricolo. Pur non potendo operare a pieno organico – prosegue Petturiti – sia a causa del covid sia per la prematura scomparsa del nostro compianto presidente Selvi, durante gli ultimi mesi la Federazione si è prodotta in uno sforzo propositivo non indifferente, grazie al lavoro dell’ufficio di presidenza regionale che ha elaborato una serie di documenti e istanze, proposti all’assessore regionale competente.
Tra questi ricordo le questioni relative ai fondi per i danni da fauna selvatica, la richiesta di proroga della scadenza triennale degli appostamenti fissi, la richiesta di impegno forte riguardo la gestione delle zone di ripopolamento e cattura, l’imprescindibile piano di gestione della specie cinghiale, la cortese richiesta di un incontro per parlare di vari problemi inerenti il nostro mondo e, infine, la richiesta del superamento dei vincoli comunali per l’esercizio venatorio e delle attività di gestione.
Eccezion fatta per quest’ultima vicenda, che ha trovato pronto accoglimento con relativa ordinanza regionale, riguardo tutto il resto abbiamo ricevuto silenzio e assistito ad alcune iniziative a dir poco avventate, prese proprio da parte di chi ha il compito istituzionale di gestire la nostra materia. Ricordo a me stesso – conclude il nuovo presidente regionale – e a chi intende comprendere, che l’amministrazione pubblica, oggi più che mai, necessita di competenza, umiltà e capacità di ascolto e dialogo: in mancanza di tali requisiti, le conseguenze possono assumere contorni anche molto gravi”.