Qualche tempo addietro abbiamo presentato il primo cannocchiale da puntamento della Sight Mark augurandoci di potere provarne un esemplare sul campo: l’occasione si è concretizzata con questo Mod. Citadel indirizzato al tiro e alla caccia a medio-lunga distanza con tutti i valori che mediano, nella misura più opportuna ed equilibrata, le varie esigenze. Diversi accenni a questo bel prodotto sono già emersi nei brani in cui abbiamo proposto il nuovo kipplauf SKL 20 della Sabatti, sia nella sua presentazione tecnica che in quella, davvero appagante, delle prove di tiro dove il Sight Mark ha fornito il suo pregevole contributo per il conseguimento di risultati molto apprezzabili.
Diamo subito alcuni valori per posizionare mentalmente lo strumento: lunghezza 330 mm, larghezza 56 mm e peso pari a 740 g. Come si nota, pur con i valori a disposizione di 3-18×50, l’insieme è davvero compatto e soprattutto di massa contenuta: alcune esperienze poco favorevoli occorse in passato ci portano a considerare come l’abbinamento di un cannocchiale ad un kipplauf debba risultare proporzionato, pena una certa dispersione dei colpi nella rosata. Nulla di così grave, ma se il fucile consente di stare in 1 MOA, tanto per far un esempio, non vediamo bene l’impiego di un’ottica che, per la sua massa esuberante, porti a stare in 2 MOA. Prima di ricevere il tutto dalla Sabatti, che ancora ringraziamo, questi erano i nostri timori svaniti non appena ci siamo disposti alle prime prove a Carrù: evidentemente i 740 g, la compattezza metrica, l’attacco e gli anelli dei F.lli Contessa con il giusto dimensionamento della slitta ricavata sull’arma non pongono il minimo problema e tutto funziona a dovere.
La struttura, le lenti e le regolazioni
L’esterno del cannocchiale è ricavato da un blocco solido di lega di alluminio dove nell’ingrossamento della parte centrale del tubo da 30 mm sporgono le due torrette di elevazione e brandeggio cui si aggiunge la terza a duplice funzione: contenitore della batteria, impianto elettrico e regolazione del punto luminoso più la ghiera coassiale per la regolazione della parallasse. Questa riporta le distanze in iarde da 50 a 500 e poi infinito: un poco affrettate le correzioni dai 200 m in su, ma senza pratici problemi nel tiro.
Le torrette sono del tipo a sollevamento per disporre rapidamente della rotazione e altrettanto in fretta ridisporle in posizione di bloccaggio con la sicurezza di escludere movimenti non voluti; una vite centrale libera il tamburo per la messa a zero dopo la taratura alla distanza prescelta. Gli scatti sono ben percepibili alle dita e si contano con facilità anche nelle escursioni più lunghe, come quando abbiamo sottoposto l’ottica alla prova del quadrato. Come anticipato nel brano inerente le diverse prove di tiro abbiamo chiesto ai gemelli Galli, che al poligono di Carrù sono noti, vista la loro giovane età come “I Galletti”, di eseguire i cinque tiri con il kipplauf Sabatti.
Noi ci siamo occupati soltanto di fornire passo passo le cinque cartucce e di agire sulle torrette: dopo il primo colpo nella mostrina in alto a sinistra diamo 25 scatti a destra e il secondo colpo mantiene la giusta altezza e il dovuto scostamento. Altro intervento, questa volta sulla torretta della correzione verticale e con 20 scatti in basso: il terzo foro è pressoché perpendicolare con quello superiore. Cambio del tiratore e quarto colpo restituendo 25 scatti a sinistra: livellato con il precedente, se vogliamo un pelo più alto, ma proprio un’inezia generata probabilmente dalla variazione dell’esecutore, con una apprezzabile perpendicolarità rispetto al primo foro. Quinto e ultimo colpo dando nuovamente 20 scatti in alto: il Galletto Due interseca il foro del Galletto Uno. Ci guardiamo tutti in faccia e nessuno parla: un risultato del genere è davvero appagante confermando non solo le qualità del fucile e del munizionamento, ma insieme asseverando la garanzia della meccanica di questo Sight Mark.
Tornando alle considerazioni ottiche la resa delle lenti del tipo HD, quindi ad alta definizione, si apprezza nelle diverse condizioni di luce senza aberrazioni cromatiche o di forma anche alla periferia del campo visivo. Passiamo al reticolo distanziometrico in filo metallico, definito dall’azienda come MR2, posizionato sul primo piano focale e illuminabile: le entità riportate ovviamente anche sui tamburi delle torrette sono in Mil Rad, l’unità di misura da tempo scelta per le ottiche destinate ad impieghi militari. Per fornire un paragone a chi come noi rimane ancora legato mentalmente al sistema delle frazioni di pollice, segnaliamo come ¼ di MOA sia pari a 0,1 Mil Rad (cioè un decimo di Mil Rad) e quindi 1 MOA si pareggi con 0,29 Mil Rad. Inoltre l’escursione delle due torrette del Citadel copre un arco di 60 MOA o 17,45 Mil Rad. Un poco di esercizio mentale, qualche esperienza in poligono e si acquista la necessaria manualità per rapidi e precisi interventi.
Proseguendo l’osservazione delle altre regolazioni e partendo dall’oculare noteremo come la buona distanza interpupillare (circa 90 mm) e l’ampiezza della pupilla di egresso non costringano a faticose accuratizzazioni posturali dell’occhio, talvolta di impedimento a una rapida presa in mira del selvatico che, come ripete il Maestro, non è li ad aspettare i nostri comodi: tale facilitazione risulta gradita a tutti, massimamente a chi abbia qualche problema di vista. Tutte le ghiere di comando conservano la particolarità della godronatura di presa con profondi intagli trasversali, gradevoli esteticamente e soprattutto funzionali.
Si presenta così già il bordo dell’oculare, privo di protezione gommata di cui non abbiamo sentito la mancanza, su cui intervenire per la regolazione delle diottrie (da -2 a +2) in base al proprio visus; più avanti è posta la ghiera multipla per la regolazione degli ingrandimenti, da 3 a 18 quindi con fattore 6x, dove una leva sporgente, ancorata a una base ad anello, consente interventi più rapidi a prezzo di un po’ più di impiccio e una certa turbativa estetica. Mal di poco perché chi non apprezza tale accessorio lo sfila svitando una brugola: noi lo abbiamo mantenuto apprezzandone la funzionalità. Delle tre torrette già ci siamo occupati e concludiamo quindi con l’attenzione alla lente dell’obiettivo, diametro di 50 mm, ben incassata nella propria sede arretrata di quel tanto che assicuri un certo riparo dai raggi di luce: sono presenti rigature concentriche della superficie metallica per favorire il risultato. I coperchi protettivi sono del tipo a scatto e quello anteriore può ulteriormente servire allo scopo spostandolo in avanti.
Conclusioni
Al termine delle prove, condotte a più mani e iniziate con l’alea della poca compatibilità di un simile cannocchiale su di un kipplauf, siamo decisamente soddisfatti. Non riusciamo a trasmettere con lo scritto la piacevolezza dell’agire sulle diverse regolazioni né la resa delle lenti e la funzionalità del reticolo, ma i risultati sotto forma di bersagli si rivelano pienamente adeguati a rappresentare a chi ci segue la validità dello strumento.