Il Sindacato Nazionale Cacciatori ha ricordato il suo impegno negli ultimi anni per tutelare i cacciatori siciliani che sono vessati dai guardiacaccia volontari delle associazioni ambientaliste, ignari delle più elementari norme di diritto venatorio. Non sono poche le persone che si sono viste ritirare in via cautelativa il porto d’armi, riottenendolo soltanto al termine di un lungo e costoso processo. Il Sindacato si è rivolto proprio all’Assessorato Regionale all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea per inviare un esposto e far presente alcune disfunzioni amministrative.
In pratica, l’esame degli aspiranti guardiacaccia prevede una prova teorica con 38 domande a risposta multipla (quiz) che riguardano diverse materie. La prova pratica consiste invece nel riconoscimento mediante foto di sei specie di fauna selvatica, oltre alla compilazione di un verbale di contestazione. Questa compilazione, comunque, è la parte principale dell’esame, eppure il Sindacato non riesce a comprendere la scelta dell’assegnazione dei punti per la valutazione finale.
Alla compilazione del verbale viene assegnato un punto su un totale di 45, gli altri 38 dipendono dai quiz, e altri sei ancora dal riconoscimento delle foto. L’incapacità di compilare una contestazione, dunque, non pregiudica nulla, eppure il guardiacaccia dovrebbe essere impeccabile in questo ambito, ragione per cui è stato chiesto all’Assessorato di apportare le opportune modifiche.