Il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia si è espresso nelle ultime ore sulla caccia al coniglio selvatico nell’isola. In poche parole, diverse associazioni venatorie si sono date da fare per sollevare la questione, contestando il parere dell’ISPRA. Secondo quanto stabilito dai giudici che si sono occupati del caso, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale non è andato ad approfondire i vincoli che dalla Regione possono dirsi inosservati in modo immotivato.
Ecco perché ci sarà un’importante svolta per quel che riguarda l’attività venatoria locale, con una nuova interpretazione dello stesso parere ed il riconoscimento del margine di discrezionalità per quel che concerne la stessa Regione. Con ricorso del 18 agosto 2020 le Associazioni Legambiente Sicilia, WWF Italia Onlus e LIPU hanno adito il TAR Sicilia – Palermo e impugnato il Decreto con cui l’Assessorato Regionale per la Regione Siciliana all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, discostandosi parzialmente dalle indicazioni fornite da un parere reso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), ha approvato il calendario venatorio 2020/2021.
Difendendo la legittimità del calendario per la stagione venatoria 2020/2021, l’Unaves (Unione Associazioni Venatorie Siciliane) si è costituita in giudizio assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza del foro di Palermo. Con Decreto del Presidente del Tar Sicilia, sede di Palermo ha respinto l’istanza cautelare monocratica proposta dalle Associazioni Ambientaliste, in considerazione della insindacabilità delle scelte tecnico – discrezionali afferenti alla regolazione dell’attività venatoria, nonché della natura consultiva e non vincolante del parere Ispra.