Questa persona è titolare della licenza di porto di fucile ad uso venatorio dal 1993 e il ritiro è avvenuto a causa dei continui litigi con la moglie. La donna ha sporto tre querele nei suoi confronti lamentando minacce e lesioni con tanto di certificati medici. Il cacciatore ha spiegato che tutto è nato da una sua relazione extraconiugale e dal conflitto che ne è conseguito: le querele, poi, sarebbero soltanto una vendetta della moglie.
Tra l’altro, le stesse denunce sono state in seguito ritirate e non c’è stato alcun esito processuale per l’infondatezza del reato. Secondo i giudici del TAR, però, tutto questo non è sufficiente a escludere l’inaffidabilità in merito all’uso delle armi, visto che l’archiviazione potrebbe essere avvenuta in seguito ad altre minacce. Il suo ricorso è stato quindi bocciato, di conseguenza l’uomo deve dimenticare la licenza di caccia.