«Ogni anno i cacciatori del Veneto, oltre alle tasse dovute come semplici cittadini imprenditori, versano oltre sette milioni di euro in tasse di concessione governativa e quasi quattro milioni di euro in tasse di concessione regionale, soldi con i quali vengono erogati servizi indispensabili alla collettività, come scuole, viabilità, sanità, aiuti alle famiglie e alle imprese. È falso quindi affermare che si tolgono soldi alle imprese ed ai cittadini per darli ai cacciatori. È vero l’esatto contrario e cioè che ogni anno, con i soldi pagati dai cacciatori, si erogano servizi indispensabili a tutti i cittadini».
Così il consigliere regionale Sergio Berlato (FdI/MCR) che spiega «I cacciatori del Veneto versano ogni anno: Tassa di concessione governativa: € 173,16 x 42.000 = 7.272.720; Tassa di concessione regionale: € 84,00 x 42.000 = 3.528.000; Quota media per accesso ATC/CA: € 200 X 42.000= 8.400.000; Tassa per appostamenti: € 55,78 x 10.000= 557.800. Totali tasse annualmente versate dai cacciatori del Veneto: euro 19.758.520. Di questi quasi 20 milioni di euro all’anno versati ogni anno dai cacciatori del Veneto, la Regione restituisce mediamente 200 mila euro per finanziare progetti presentati da tutte le associazioni venatorie del Veneto sulla base di una legge regionale vigente e sulla base di un bando emanato annualmente dalla Giunta regionale».
«La Giunta verifica preventivamente la qualità dei progetti presentati, volti a sensibilizzare e coinvolgere il mondo venatorio nella lotta al bracconaggio, intensificando le azioni di prevenzione e repressione, aumentare la conoscenza della legislazione in materia costantemente in evoluzione, attuare iniziative concrete per il ripristino e la riqualificazione ambientale – precisa Berlato -. Se i progetti vengono preventivamente approvati dalla Giunta regionale, gli stessi ricevono un anticipo del 30% dei costi preventivati, mentre il saldo viene erogato a consuntivo, previa presentazione dettagliata di tutte le pezze giustificative. Per un totale medio annuo di 200 mila euro complessivi, a fronte di un introito della Regione di quasi 20 milioni di euro all’anno». Va ricordato che la Regione eroga alle associazioni dei pescatori, per analoghi progetti, un importo medio che si aggira attorno a 900 mila euro – evidenzia il consigliere regionale -.
Se poi qualcuno volesse verificare di quanti milioni di euro possono disporre le varie associazioni animal ambientaliste, sia attraverso la destinazione del 5xmille dell’IRPEF che attraverso i contributi pubblici, ci sarebbe da impallidire. Fermo restando che i contributi a tutte associazioni venatorie a cui si riferisce l’articolo del Gazzettino risalgono al 2018 e che io sono stato eletto Presidente dell’Associazione Cacciatori Veneti nel luglio 2019, anno in cui la stessa associazione non ha percepito dalla Regione neppure un euro – puntualizza Berlato in conclusione – è utile ricordare come l’erogazione di queste risorse è stata fatta nel pieno rispetto della Legge e per finalità di pubblica utilità».
Ma tanto lo sappiamo che i ns. soldi finiscono da altre parti.. Non è una novità.. Riflettano su questi dati i vari anticaccia! Le loro organizzazioni quanto contribuiscono al bene comune della loro Regione? Quante tasse versano? Le loro offese e ingiurie nei nostri confronti sono parole, chiacchiere da salotto. I nostri soldi sono FATTI molto molto concreti!
Concordo con Alessandro. Se le regioni smettessero di finanziare queste associazioni pseudo – ambientaliste, sarebbe un bene x tutti e soprattutto la smetterebbero di calunniare noi cacciatori. Ma ciò che fa più rabbia è che nonostante tutti queste tasse di concessioni regionali, ci sono regioni, come la Sicilia, che ha interdetto all’esercizio venatorio la quasi totalità del territorio agro-silvo-pastorale. Una rapina vera e propria.