L’Assocazione Cacciatori Lombardi, ANUUMigratoristi e Libera Caccia hanno incontrato il Prefetto di Brescia, Annunziato Vardè, non per parlare di guardie volontarie di WWF, LIPU, ENPA o altro, dei loro poteri e dei loro limiti, ma questa volta per una questione che tocca la Polizia Provinciale di Brescia in merito a tre verbali, lecitamente fatti ad altrettanti cacciatori nel corso della stagione passata, in applicazione del regolamento di legge, ma per i quali si è forse voluto andare oltre segnalando agli organi di competenza, Questura e Prefettura, la possibilità del sequestro delle armi detenute a casa, come si fa per i criminali e per chi attenta alla sicurezza altrui.
Si ipotizza infatti che Polizia Provinciale di Brescia, come emerso dall‘incontro avuto con il Prefetto di Brescia e dagli atti messi sul tavolo, abbia fatto una segnalazione non dovuta. Una richiesta accessoria che non rientra nella 157/92 che non è prevista da nessuna altra legge in tema venatorio. Fatto ne è che Vardè ha prontamente annullato e archiviato il tutto per l’assenza dei presupposti riscontrabili e chiudendo così un fascicolo aperto solo per “atto dovuto”. Di fatto i 3 cacciatori pagheranno le conseguenze per il reato contestato ma non subiranno la beffa del sequestro dei fucili da caccia detenuti legalmente.
Nessuno nega la violazione del regolamento e del verbale per l’uccisione di specie protette, per le quali i cacciatori sanno bene quali possono esserne le conseguenze, ma che si cerchi di calcare la mano ipotizzando il sequestro delle armi legalmente detenute questo non va bene ed è stato giusto rivolgersi alla massima autorità dello Stato presente sulla Provincia, per far sì che certe situazioni non abbiano a ripetersi. Per ACL, ANUU e Libera Caccia la questione non si chiude affatto qui, ma sarà l’avvocato Bonardi ad andare avanti in modo che questi inconvenienti non accadano più.