Una lettera del Ministero Ambiente sembra sia sufficiente a dichiarare se una specie è in pericolo o meno e tutte le altre informazioni in merito opinabili teorie, compresa la comunicazione Ispra che ne permetteva – adeguatamente contingentato – il prelievo. Qualche dirigente venatorio considera queste specie minoritarie e sacrificabili in cambio di superiori interessi, ma per il comune cacciatore rappresenta un ennesimo segnale della poca considerazione che gli appassionati specialisti hanno. Per chi caccia sui laghi Garda, Iseo, Varese ecc. il cui carniere è rappresentato da oltre il 50% da tuffatori praticamente la stagione è finita e tutto il lavoro, l’impegno, gli oneri, la passione sono stati spesi inutilmente e a loro vanno aggiunti i tanti appostamenti fissi per cui queste specie rappresentavano un’ambita variante.
Nei comunicati non vi è alcuna presa di posizione o impegno in difesa anche di tutti loro, oltre al principio che senza giustificate motivazioni i divieti non possono essere imposti. Prediamo atto della nuova ordinanza e, obtorto collo, ci adeguiamo ma da subito deve essere intrapresa ogni strada praticabile per riavere queste specie. Per esempio richiederne con adeguate e documentate motivazioni il reinserimento nel calendario. Per quanto in suo potere Acma è a disposizione per fornire tutto il supporto tecnico e le informazioni necessarie a perseguire questo obiettivo” (ACMA – Associazione Cacciatori Migratori Acquatici).