Andiamo a vedere nello specifico la sentenze della Corte Costituzionale depositata il 27 dicembre, che ha rigettato in due punti su tre l’impugnativa per incostituzionalità promossa dal governo italiano contro i provvedimenti di semplificazione normativa in materia venatoria proposti dalla Regione Lombardia. La Corte ha respinto la richiesta di incostituzionalità in merito alle norme introdotte dal Consiglio regionale lombardo, la prima quella sulla misurazione delle distanze degli appostamenti fissi di caccia dalle civili abitazioni che d’ora in avanti avverrà tenendo conto del profilo morfologico del terreno e quella sul recupero della fauna ferita, che potrà avvenire entro i 200 metri dall’appostamento di caccia anziché i 100 metri precedenti.
È stata accolta invece la richiesta di incostituzionalità promossa dal governo in relazione alla modalità di segnatura dei capi abbattuti sul tesserino, che dovrà essere effettuata dopo l’avvenuto abbattimento e non alla raccolta del medesimo come chiedeva il legislatore lombardo. “È una vittoria la misurazione delle distanze degli appostamenti seguendo la morfologia del terreno e con bindella metrica: si evita un uso distorto di strumenti quali il GPS -ha affermato il Presidente di Federcaccia Lombardia Lorenzo Bertacchi-: non è invece una vittoria la confermata possibilità di recupero dei capi feriti da appostamento nel raggio di 200 metri: per la Corte il recupero è da farsi con arma scarica e nel fodero (diversamente sarebbe caccia vagante).
Illegittima è quindi la segnatura cumulativa di più capi dopo il recupero: la Corte aveva già chiarito pochi giorni fa che i capi vanno segnati subito dopo l’abbattimento e, se necessario, l’accertamento va compiuto subito dopo lo sparo”. Il messaggio che deve essere recepito in particolare dai capannisti riguarda proprio quest’ultimo punto, così come avvenuto in altre regioni italiane. Da parte di Federcaccia Lombardia ci sono i ringraziamenti a quanto i consiglieri lombardi stanno facendo a difesa dell’attività venatoria. “Il bilancio è dunque di una vittoria e di due sconfitte -conclude Bertacchi-: ma sulla segnatura dei capi la sconfitta era annunciata dopo la decisione della Corte sulla Legge della Regione Marche.
Ma ringraziamo il Consiglio Regionale per aver provato a rimediare a una legge statale mal scritta. Ottimo il risultato relativo alla misurazione delle distanze e il merito va ai Consiglieri che hanno fermamente creduto in questa modifica. Estendere invece da 100 a 200 metri la distanza per il recupero dei capi feriti da appostamento fisso, decisione che già aveva destato qualche dubbio tra gli stessi cacciatori, è stato un errore: prima della modifica infatti il recupero poteva avvenire con l’uso di armi da fuoco, ora non più”.
Ancora una volta allora,quelli cornuti e mazziati sono stati i cacciatori capannisti?