A seguito degli effetti della sentenza delle Corte Costituzionale degli scorsi giorni, che ha sancito l’effettiva legittimità della pratica del controllo faunistico mediante l’utilizzo dell’art. 37, si è creato un vulnus normativo che rischia di limitare fortemente la capacità di contenimento delle popolazioni di ungulati, con potenziali conseguenze in termini di danni alle produzioni agricole su tutto il territorio Regionale. Nei fatti l’impossibilità di esercitare il controllo in art. 37 nelle tecniche della braccata e girata per tutti gli iscritti alle squadre di caccia al cinghiale e gli abilitati, che prima della sentenza della CC erano equiparati a coloro che avevano ricevuto specifica formazione ai sensi dell’art.37, coma 4 ter della L.R. 3/94, rischia di creare un limite operativo per lo svolgimento degli interventi di abbattimento che difficilmente sarà superabile nel breve periodo.
La primavera rappresenta un momento molto delicato per le produzioni agricole, pertanto la mancanza di personale abilitato atto a svolgere gli interventi sopracitati, potrebbe essere determinante per un potenziale incremento dei danni all’agricoltura toscana e della gestione faunistica. Marco Salvadori, Presidente Regionale Federcaccia Toscana, facendosi portavoce di tutte le associazioni confederate alla CCT, ha sollecitato pertanto l’assessore all’agricoltura e la caccia Stefania Saccardi ad individuare le necessarie soluzioni tecnico legislative per superare rapidamente questa carenza. Una sollecitazione che certamente troverà attenzione da parte dell’Assessore che da subito si è dimostrata sensibile a queste problematiche.