Secondo Confucio chi non cambia mai idea o è il più grande dei saggi o il più sciocco degli stolti. Di sicuro non si vuole incolpare nessuno, ma l’atteggiamento di Gianluca Castaldi, senatore del Movimento 5 Stelle, sulla caccia è a dir poco incomprensibile. Il candidato ha rilasciato nelle ultime ore una intervista all’Eco dell’Alto Molise e Vastese, spiegando come l’abolizione dell’attività venatoria non sia nel programma pentastellato.
Il Movimento è noto per le sue posizioni anticaccia e queste affermazioni non potevano non scatenare una polemica. Il senatore aveva parlato semplicemente della necessità di regole certe nei piani faunistici-venatori, ma le sue frasi lo hanno spinto a un chiarimento di cui forse non c’era bisogno. A distanza di pochissimo tempo, infatti, Castaldi ha sottolineato come la caccia non sia fra i punti del programma del M5S, specificando di non gradire e non aver mai praticato l’attività venatoria.
Inoltre, il senatore ha voluto chiarire di non aver mai difeso la caccia nel corso della sua vita politica e privata. La retromarcia è stata probabilmente imposta dall’alto, ma in questo modo si è creata altra confusione: il Movimento 5 Stelle non ha chiarito la sua posizione ufficiale, forse è giunto il momento che il candidato premier Luigi Di Maio intervenga sulla questione.