Caprioli, cinghiali, daini e persino i lupi. I vigneti della provincia di Siena sono a serio rischio abbandono, almeno stando all’allarme lanciato dagli agricoltori e ai viticoltori della zona. L’emergenza ungulati non si ferma, in Toscana come in altre regioni italiane, e queste non possono che essere le conseguenze. Le incursioni degli animali sono gravi per tutti, in particolare per questo settore così importante. Il vino di qualità non può essere prodotto se i vigneti vengono continuamente distrutti, tra l’altro i rimborsi non riescono mai a coprire i mancati guadagni per la perdita delle bottiglie.
Secondo Valentino Berni, numero uno della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) di Siena, gli agricoltori sono a dir poco stremati e molti di loro stanno abbandonando i vigneti, senza dimenticare i cereali coltivati. Gli addii riguardano soprattutto le aree meno vocate, con i vigneti che misurano tra i 4mila e i 5mila metri quadrati.
Il calo dei danni da ungulati, ricordato dalla stessa CIA senese, è il risultato proprio dell’abbandono della coltura da parte delle aziende attive nel territorio. Oltre agli ungulati stessi, i lupi e i canidi peggiorano ulteriormente il problema. In questo caso, inoltre, va valutata la sicurezza personale, non certo un dettaglio secondario. Per il momento si cerca di resistere, anche se non è esclusa l’interruzione della produzione del vino, concentrandosi magari su attività diverse.