Segugio delle sette contrade e segugio ungherese: sono questi gli altri due nomi con cui è conosciuto il segugio della Transilvania, una cane da caccia di origine magiara ma che è universalmente noto con l’accostamento alla regione resa celebre dal Conte Dracula. L’utilizzo nell’attività venatoria risale a moltissimi secoli fa e ancora oggi l’animale si distingue come una delle migliori razze per quel che riguarda i segugi in generale e i cani per pista di sangue.
Sono tanti i pregi che lo contraddistinguono, tanto è vero che moltissimi cacciatori non possono proprio farne a meno. Le altezze standard sono sostanzialmente due: la varietà minore di questi cani va dai 45 ai 50 centimetri al garrese, mentre la varietà maggiore dai 55 ai 65 centimetri.
Storia
La razza ha origini antichissime e per avere le prime testimonianze dobbiamo andare in Ungheria. La nazione, la natura del terreno e il clima hanno condizionato la storia di questo segugio.
Le prime testimonianze della razza si attestano nel Medioevo. In questo periodo l’Erdélyi Kopó, come era comunemente chiamato nella zona dell’Est era il cane da caccia preferito tra i nobili.
Se in un primo momento ha avuto larga diffusione successivamente le cose sono cambiate. Lo sviluppo dell’agricoltura e della selvicoltura, hanno spinto ad abbandonare la pratica venatoria a favore della coltivazione.
I Carpazi divennero la loro nuova casa, ma le foreste, i monti e i terreni inaccessibili portarono alla creazione di due varietà della razza. Il grande e il piccolo segugio della Transilvania, che nonostante caratteristiche differenti furono sempre allevati insieme.
Il grande segugio ungherese proprio per la sua taglia era utilizzato per la caccia alla grossa selvaggina, le prede più ambite erano inizialmente i bufali, successivamente si concentrò sulla caccia all’orso, al cinghiale e alla lince, tipici del territorio.
Il piccolo segugio, invece, era utilizzato principalmente per la caccia alla selvaggina piccola come volpe e lepre, che si trovavano nei terreni boscosi, in seguito venne impiegato per la caccia al camoscio nelle regioni rocciose.
All’inizio del ventesimo secolo, il segugio della Transilvania attraversò un periodo difficile. La sua presenza sul territorio era limitata, tano che ad un certo punto arrivò quasi all’estinzione.
Le vicende storiche e i rivolgimenti sociali hanno avuto un peso fondamentale nella vita di questa razza.
A seguito della conquista da parte dei romeni della Transilvania, la popolazione per dare un chiaro segno di supremazia e sottolineare la nuova presenza sul territorio, decise di sterminare il segugio.
Fortunatamente alcuni esemplari riuscirono a fuggire e a trovare riparo in Ungheria. Proprio qui a causa del peso che la razza aveva avuto nel contesto nobiliare, i Kopò trovarono rifugio. Grazie ad alcuni esperti che decisero di allevarli, la razza riuscì a sopravvivere e a proliferare, sul territorio.
Purtroppo la rivoluzione industriale e lo sviluppo dell’industria agricola, causò una nuova battuta d’arresto nella proliferazione dei segugi. La razza venne considerata nociva per i campi, tanto che le zone di caccia furono trasformate in nuove industria, quindi si provò di nuovo ad eliminare il kopó fino al 1968, quando venne pubblicato lo standard FCI, che mise la razza al sicuro da future ripercussioni.
Aspetto Generale
Fisicamente il segugio della Transilvania non passa inosservato. La forma della testa e come svetta rispetto al resto del corpo, le proporzioni e gli arti caratterizzati da una struttura forte e muscolosa sono tutti tratti distintivi dei segugi originari dell’Europa Centrale. A seguito dell’estinzione del segugio piccolo, si è deciso di allevare solo quelli grandi che hanno una corporatura di media grandezza.
Il corpo stabile e resistente, è pensato per resistere ad uscite venatorie sulle lunghe distanze. Il fisco atletico e l’ossatura robusta, anche se non grossolana e leggiadra, gli permette di muoversi agevolmente sui terreni impervi dell’Europa dell’Est.
Carattere
Il cane nonostante si sia sviluppato in zone difficili e ostili ha un carattere del tutto diverso. Il segugio è estremamente leale e amichevole non solo con le persone che lo circondano, ma anche con gli altri cani. Ideale all’interno di una famiglia numerosa in cui ci sono bambini, sviluppa nei confronti del padrone e anche degli altri appartenenti alla famiglia un senso di protezione. Difficilmente si stacca dal suo punto di riferimento, anche perché ama stare in compagnia.
Dotato di un senso dell’orientamento sviluppato, riesce a guidare il cacciatore in ogni ambiente senza perdere mai la direzione. Estremamente intelligente, può essere addestrato con estrema semplicità, e non ha problemi a rispondere ai comandi che gli vengono impartiti dal padrone.
Diffidente nei confronti degli estranei, è in grado di dare tutto sé stesso per le persone a cui si affeziona, sviluppando un senso di protezione che mette in mostra tutto il suo coraggio.
Ampiamente utilizzato nelle uscite venatorie fin dalle sue origini, il segugio è in grado di portare avanti una battuta di caccia indipendente dal suo padrone, inoltre, riesce a coprire lunghe distanze senza dare segni di stanchezza. È perfetto per seguire la traccia della grande selvaggina.
Quando arriva il momento di raggiungere la preda, l’affronta con sicurezza e precisione senza farla sfuggire, inoltre, è in grado di portare avanti una battuta di caccia da solo o in coppia.
Allevamenti
In Italia non è molto diffuso, infatti, esiste solo un allevamento riconosciuto dall’ENCI e si trova in provincia di Cosenza. Anche se molto abile e perfetto per la caccia alle grandi e piccole prede, ha anche alcuni difetti.
Tra i più diffusi, ci sono soprattutto quelli di carattere fisico. Bisogna prestare particolare attenzione alle orecchie mal portate, al tartufo depigmentato, e all’occhio chiaro.
A livello caratteriale, invece, in alcuni casi è eccessivamente socievole e a volte può risultare un po’ aggressivo. Nonostante questo, il segugio della Transilvania è un animale ideale all’interno di case con bambini, perché come detto in precedenza, ha un innato senso di protezione ed è disposto a tutto pur di mettere al sicuro i suoi padroni.