Cani da Caccia – Segugi a Confronto: Tra le battute di caccia più appassionanti spicca certamente quella al cinghiale. Ricca di emozioni e di colpi di scena, quest’azione venatoria travolge ed appassiona più di qualsiasi altra perché dà vita allo scontro tra due vere e proprie forze della natura: il cane da seguita e il cinghiale.
Il primo, abilissimo nello scovare la preda tra le ombrose radure dei boschi, il secondo, forte, tenace ed in grado di tenere testa all’inseguimento dei cani. Le razze canine maggiormente usate nella caccia al cinghiale sono rigorosamente italiane, ovvero segugio italiano e segugio maremmano, da sempre nella top ten dei cani da seguita addestrati per cacciare gli ungulati di grossa taglia. Il segugio italiano comprende diverse razze: a pelo raso fulvo o nero e a pelo forte, sempre fulvo o nero focato. Cane molto vivace e con un buon carattere, il segugio italiano, specie a pelo raso, viene impiegato spesso per individuare i cinghiali, anche grazie alla sua capacità di rincorrere la selvaggina al galoppo e senza disdegnare movimenti precisi e regolari come il trotto e il passo, necessari nella fase di scova della preda.
Il segugio italiano è un compagno di caccia instancabile e in grado di inseguire un cinghiale dall’alba al tramonto. Per la sua spiccata indipendenza, necessita di un’adeguata attività di addestramento fin dai primi mesi di vita. Non è da meno il segugio maremmano, che con quello italiano si contende il primato delle battute di caccia al cinghiale. Questo segugio, di origini, chiaramente, toscane, non è molto bello esteticamente, però è un ottimo cane da seguita, bravissimo nell’individuare le tracce del cinghiale durante la scova ed abilissimo nel lanciarsi al suo inseguimento per portare la preda sulla traiettoria del cacciatore.
I risultati venatori dei cani da seguita per cinghiale possono essere tutti molto eccellenti, a patto di utilizzare cani ben addestrati fin dai primi tre mesi di vita. Senza addestramento, anche le migliori razze canine sarebbero inutili per la caccia. L’addestramento dei cani da seguita per cinghiale prevede la capacità dell’animale di comprendere comandi come “chiamata”, “ a terra” e “dietro”; il rientro immediato dopo la battuta; il superamento delle poste e la scelta del guinzaglio più adatto da parte del padrone. La chiamata serve a ricondurre il cane ai piedi del padrone; il comando “ a terra” blocca l’azione del cane in qualsiasi momento, portandolo ad accucciarsi a terra con il muso nella direzione percorsa; con il comando “ va”, il cane riprende l’azione muovendosi nella direzione indicata dal cacciatore, mentre il comando “dietro” porta il cane a mettersi alle calcagna del suo padrone. L’animale deve anche essere abituato a scovare ed inseguire la preda.
L’addestramento dei cani da seguita per cinghiale prevede l’utilizzo di recinti con all’interno dei cinghialetti che i segugi impareranno ad inseguire gradualmente. I cani da caccia devono anche abituarsi allo sparo. I cuccioli generalmente sono terrorizzati dal rumore prodotto dalle armi da fuoco. Per renderli insensibili all’uso dei proiettili, si possono inizialmente usare delle pistole a salve, da sparare a una certa distanza e poi, via via, sempre più vicino, fino a quando il cane non avvertirà più alcun timore o terrore all’atto dello sparo. I cani da seguita vanno anche addestrati alla muta, ovvero alla caccia in gruppo con altri cani. Per evitare problemi di incompatibilità, è meglio iniziare l’addestramento usando esemplari della stessa razza. Superato il periodo di “training” venatorio, i cani da seguita saranno pronti per scovare le tracce lasciate dal cinghiale.
Questo suino selvatico, in effetti, non passa inosservato. Con il suo grosso grugno, ben evidente anche nelle razze di piccole dimensioni, scava sul suolo dei boschi per nutrirsi di tuberi, rizomi e radici. I segni lasciati dal cinghiale sono ben evidenti pure sui campi coltivati, dove il Re del bosco procura danni incalcolabili, poiché si nutre anche di grano, mais e orzo. I cani da seguita non hanno in fin dei conti grandi problemi a “fiutare” le tracce del suino e ad individuarlo. Una volta che il suino sarà scovato, bisognerà puntare a colpirlo con le armi e le munizioni adatte.
Nella caccia al cinghiale si usano fucili calibro 12 e carabine semiautomatiche a canna rigata. Anche se il fucile calibro 12 rappresenta un classico della caccia al cinghiale, le carabine moderne si adattano molto bene a questo tipo di caccia, per via della loro leggerezza, molto simile a un calibro 12, e ad una gittata e precisione che ormai superano di gran lunga quelle dei fucili di una volta.
I modelli di carabina consigliati per la caccia al cinghiale sono: Benelli Argo, Browning Long Track o Short Track e SLB 2000 light della Heckler & Koch. Le carabine a canna rigata necessitano di munizioni più leggere rispetto a quelle a canna liscia. Nonostante il cinghiale venga abbattuto meglio dalle pallottole più grandi, i cacciatori prediligono la canna rigata, che con la sua leggerezza suggerisce l’idea di poter raggiungere meglio e più facilmente la preda. Munizioni troppo leggere rischiano però di non colpire i punti vitali del cinghiale, ecco perché bisogna ricorrere a munizioni con un calibro adatto alla stazza del principale abitante dei boschi. Le munizioni ideali per le carabine semiautomatiche sono “ad espansione controllata”, palle apparentemente piccole, da 32 grammi circa, che sono in grado di raggiungere le stesse performance di quelle grandi, ovvero possibilità di sparare anche a cento metri di distanza e con una rosata di sessanta millimetri. Queste munizioni di nuova generazione sembrano non avere difetti, a parte il costo, un po’ più caro della media.
Nella scelta delle armi e delle munizioni della caccia al cinghiale, bisognerà, dunque, valutare quelle più sicure e più consone alla propria abilità ed alle proprie possibilità di spesa.