Cani da Caccia: Un’avventura indimenticabile in compagnia di un addestratore a cinque stelle e dei suoi sei segugi italiani. Partire all’inseguimento di una lepre non è mai stato tanto eccitante.
Avere la possibilità di ammirare i segugi, quelli veri e capaci, ben guidati e all’opera è un’esperienza da sogno, specie se si è cacciatori appassionati della seguita alla lepre. In quel caso si è pure disposti a pagare il biglietto, portare con sé qualche cosa da sgranocchiare e attendere che lo spettacolo prenda avvio. Il momento migliore per dedicarsi a questo genere di miracolo è quello dell’addestramento, quando i cani e i canettieri sono più rilassati, gli uni in grado di dare il meglio di sé, gli altri, i canettieri, disposti a qualche chiacchiera e a regalare qualche spiegazione in più. E’ per questo che di tanto in tanto abbandono la mia postazione davanti al computer e in mezzo alla settimana volo da un carissimo amico, un canettiere a cinque stelle, di quelli in grado di lucidare qualsiasi diamante grezzo a quattro zampe e farne un gioiello tutto da invidiare.
A Damiano ho sempre invidiato la grandiosa capacità di saper valutare fin dal primo sguardo un cane, di valorizzarlo al meglio e di addestrarlo nella maniera più conveniente per poi condurlo nel modo che meglio si adatta alle capacità dell’ausiliare. Lui è modesto: da sempre dice che il canettiere può davvero fare poco quando davanti non ha un cane eccezionale, ma quando si ha a disposizione un segugio dalle grandi potenzialità, le cose cambiano.
E’ piuttosto certo di non avere segreti da svelare, visto che lui compie esattamente le azioni di addestramento seguite dai suoi colleghi: ciò non toglie che a Damiano le cose vengano meglio che agli altri; non è un caso che ogni qual volta ho un cucciolo da iniziare all’arte della seguita io contatti lui: non mi ha mai deluso. D’altronde i cani per lui sono importantissimi e lui è da sempre importantissimo per i cani. Ricordo che da ragazzetti, quando si andava a caccia con i nostri genitori i cani davano sempre retta a Damiano, e questo faceva letteralmente imbestialire il padre. E anche se gli animali non l’avevano mai visto, bastava una parola, uno sguardo, un cenno perché diventassero amici: era scritto che sarebbe diventato un addestratore da favola.
Un giovedì di questo marzo appena trascorso sono riuscito a raggiungerlo al campo d’addestramento dove lui trascorre praticamente ogni minuto della sua giornata e tanto per fare due chiacchiere come vecchi amici, oramai vecchi davvero, che non si incontrano più tropo spesso, gli ho tenuto compagnia durante l’addestramento della sua favolosa muta di segugi italiani. Guardarli in azione è sempre un’emozione, e Damiano lo sa. Forse per questo quel giorno ha scelto i suoi cani migliori, per regalarmi una bellissima mattinata, ricca di emozioni e di aria fresca. Noto subito che ancora oggi, dopo molti anni trascorsi da addestratore, la sua pazienza è rimasta invariata. Dopo essermi goduto la fase della sciolta, sempre molto entusiasmante i cani, cinque a pelo raso e uno a pelo forte, sono già in seguita. Purtroppo il fatto che il campo di addestramento sia super affollato, ha conseguenze non troppo positive. I cani comprendono presto d’aver seguito una lepre che ha lasciato da poco il proprio covo, mossa da altri segugi che di poco hanno preceduto i nostri. Damiano non si spazientisce: tagli la strada ai suoi segugi, li ferma e li lega scegliendo di liberarli altrove, in una zona che è più povera di lepri e dunque per questo molto meno frequentata. In un bel prato Damiano libera i suoi segugi e l’emozione riparte. La cerca parte praticamente da subito, e qualche minuto dopo i segugi si fermano. Damiano mi fa cenno di tenere gli occhi su Tib un esemplare piuttosto giovane ma dannatamente promettente.
La muta scagna decisa, segnale inconfondibile dell’avvenuto incontro. E’ proprio Tib a trovare un punto d’accesso al bosco dentro il quale si deve essere andata a cacciare la lepre, e fare da apripista. Mi sorprende con quanta dedizione gli altri lo seguano: è proprio un leader. Pochi passi e raggiungiamo il gruppetto; un ruscello li ha messi in difficoltà. E’ probabile che la lepre lo abbia guadato facendo perdere, momentaneamente, le proprie tracce. I cani iniziano a disegnare con i proprio passi cerchi man mano più ampi fintanto che la passata non viene ripresa e i sei ripartono all’inseguimento. I segnali in lontananza sono chiari: gli scagni prima e l’inconfondibile urlo di scovo poi ci fanno capire che la lepre è stata ritrovata e che immediatamente dopo è partita. Ancora Damiano mi consiglia di osservare Tib: dimostra, è palese una grande velocità, una sorprendente tenacia ma soprattutto è in grado di ben mescolarsi con la muta non creando alcun genere di tensione. Tutti i segugi fanno la loro parte, per questo la muta funziona tanto bene. Tib però rispetto agli altri ha palesemente una marcia in più visto che, come mi confida Damiano, è un cane completo nelle quattro fasi di caccia, ben riesce in muta, in coppia, per quanto il megli odi se lo dia da solo. <<Ma come diavolo fai ad addestrarli così bene?>> Mi racconta che uno degli elementi fondamentali, tecnica e conoscenze a parte, è quello di entrare in simbiosi con il cane: è molto importante che gli animali si fidino ciecamente del proprio addestratore, che capiscano che per lui sono tutto. In quel caso loro faranno di tutto per compiacerlo. Inoltre è fondamentale trascorrere con loro almeno due ore al giorno, li si studia, si diventa amici e gli si insegna tutto il possibile, il resto lo farà il buon istinto dell’animale.
E la fiducia, insieme con il tempo impegnato ad addestrare questi sei eccezionali segugi italiani viene immediatamente ripagato da una situazione che potenzialmente spiacevole. Da una radura poco distante dal bosco, nella quale la lepre sta schizzando via, fanno la loro comparsa due caprioli probabilmente infastiditi dal passaggio dei cani. Stringo i denti aspettandomi di veder la muta sopraffatta dall’istinto. Invece no, praticamente i sei cani sfiorano i caprioli ma non se ne curano e tirano diritti alla volta della lepre instancabile. Dopo un addestramento lungo si e no due ore, Damiano decide di fermare i suoi promettenti segugi: loro, richiamati, si fermano sorprendentemente, si fanno legare e sono pronti per un meritato riposo. Io e Damiano continuiamo a chiacchierare e qualche ora dopo ci salutiamo promettendoci di non far trascorrere troppo tempo prima del nostro prossimo incontro. Chi vivrà vedrà.