Non è buono il legno norvegese? Se lo chiedevano insistentemente i Beatles nel lontano 1965, una domanda rimasta sospesa oltre mezzo secolo. La risposta, invece, è immediata se si chiede la stessa cosa in relazione ad un cane che è originario proprio della nazione scandinava. Si tratta dell’Haldenstovare, un nome non semplice da pronunciare, ma che si riferisce ad un quattrozampe molto apprezzato nel mondo della caccia, visto che è conosciuto anche come Segugio di Halden. Questo animale è una taglia media che nel corso del tempo si è fatta apprezzare soprattutto per il carattere fiero e forte. Il suo standard è stato riconosciuto in via ufficiale dalla FCI (Fédération Cynologique Internationale) nel 1966 dopo una lunga attesa.
L’intelligenza e il temperamento equilibrato, mai sopra le righe, sono due caratteristiche che hanno permesso al segugio in questione di conquistare una “simpatia” dopo l’altra nell’ambito dell’attività venatoria. Il nome fa intuire immediatamente la provenienza geografica. L’Haldenstovare è originario appunto della città di Halden, nell’estremità sudorientale della Norvegia, per la precisione al confine con la Svezia. La sua prima apparizione risale all’inizio del XX secolo e da quel momento si è diffuso in maniera costante. La resistenza alle distanze più lunghe lo rende l’esemplare l’ideale per rincorrere qualsiasi tipo di preda, anche per molto tempo.
Non bisogna comunque dimenticare che è anche molto affettuoso e dolce, ragione per cui viene gradito dalle famiglie e da tutti coloro che hanno bisogno di una gentile compagnia in casa e non solo. In realtà, la diffusione non è stata molto ampia come nel caso di altre razze tipiche norvegesi. Nel paese nordico, infatti, per la caccia alla lepre, ad esempio, vengono impiegati soprattutto l’Hygen e il Dunker, però la storia dell’Haldenstovare è affascinante e merita di essere approfondita. Il primo allevamento è collocabile temporalmente in un anno ben preciso, il 1860.
Un po’ di storia
Un anno prima che l’Italia diventasse unita a tutti gli effetti, in Norvegia si muovevano i primi passi verso l’arricchimento della cinofilia locale. Il merito della creazione della razza di cui si sta parlando si deve tutto ad Hans Larsen Bisseberg, tanto è vero che il nome originario era diverso. In onore dello scopritore si pensò infatti di chiamare la razza Bisseberghund, mentre la prima volta in cui si iniziò ad usare il termine attuale, Haldenstovare, arrivò nel 1938. La derivazione diretta è quella delle razze cinofile di Ostfold, a loro volta incrociate molto tempo prima. Come già accennato, la vita in famiglia è spesso consigliata per questo animale, anche se di solito riconosce un solo padrone ed è quindi più appropriato per la caccia.
Il lavoro del segugio norvegese nell’attività venatoria può essere soltanto di una tipologia, dato che è abituato a lavorare in solitudine, di conseguenza non si deve mai provare la muta per la razza in questione. Un altro consiglio utile è quello di addestrarlo per un’unica preda, normalmente la lepre (ma non è la sola specie), in quanto la caratteristica peculiare dell’Haldenstovare è quella di imparare una caccia e praticarla per tutta la sua vita. L’olfatto è davvero ben sviluppato, per non parlare della vista e senza dimenticare la lunghezza delle zampe.
Carattere sospettoso
Non è un dettaglio di poco conto: con questa misura ad hoc il segugio ha la possibilità di muoversi in qualsiasi tipo di terreno, persino il più impervio ed in Norvegia, come è noto, non è affatto raro imbattersi nella neve. Il carattere è anche sospettoso, indipendente ed autonomo, un temperamento solitario che rende questa razza l’ideale per il cacciatore che magari deve assentarsi per lunghi periodi dall’ausiliario. La socializzazione con altri cani, al contrario, può essere ottenuta solamente nell’ipotesi di un’abitudine maturata fin dai primi mesi di vita.
L’addestramento
A questo punto sorge spontanea una domanda: come si può addestrare in modo corretto un Haldenstovare? L’apprendimento in questa razza non è affatto un problema, visto che l’intelligenza è molto sviluppata, nonostante addestrarlo non sia una missione semplice come si potrebbe pensare. Le maggiori difficoltà le incontrano soprattutto i proprietari con poca dimestichezza ed esperienza con la cinofilia, per non parlare del fatto che l’addestramento deve essere deciso e risoluto come non mai. I rinforzi positivi, premietti in primis, rappresentano una delle strategie vincenti per conquistare il cuore dell’esemplare, tanto è vero che il livello di complicità col padrone diventa molto alto se la pazienza viene mantenuta fin dal primo momento.
Tornando a parlare della fisicità di questo cane, si può aggiungere che la sua andatura è senza dubbio leggera, ma al tempo stesso capace di ricoprire moltissimo terreno. Il bisogno di movimento nell’Haldenstovare è continuo, dunque è necessario concedergli lunghe passeggiate anche quando non si va a caccia, oltre al fatto che sarebbe preferibile tenerlo in una casa con giardino annesso. Per quel che concerne la salute, poi, non desta grandi preoccupazioni, con condizioni fisiche ottimali e il particolare non indifferente della quasi totale assenza di patologie congenite oppure problemi strutturali.
Alimentazione
L’alimentazione rappresenta sempre un aspetto delicato per qualsiasi razza, con l’attività venatoria che rende necessari alcuni accorgimenti per nutrire in modo sano ed equilibrato il cane. Questi esemplari hanno bisogno di una dieta varia e soprattutto abbondante, provando a diversificare i cibi solidi e quelli meno consistenti. Non è da meno la cura che va dedicata alle cure generali, con una spazzatura del pelo che deve essere effettuata in maniera costante e precisa. In base alle classificazioni cinofile, si fa rientrare l’Haldenstovare nella sezione dei cani da seguita, più precisamente nel gruppo che riunisce i segugi ed i cani per pista di sangue.
Infine, qualche cenno lo meritano anche i difetti, fondamentali per la valutazione in ambito cinofilo. La razza norvegese di cui si è parlato può incorrere in una serie di comportamenti che vengono penalizzati nelle eventuali prove, in proporzione alla gravità e all’aggressività: movimento scorretto, arti non in appiombo, corporatura gracile, muscolatura insufficiente, orecchie portate male, carattere pauroso, monorchidismo, criptorchidismo, colori del mantello non ammessi dallo standard, pelo liscio, occhio chiaro, nero dominante, testa atipica, retrotreno difettoso, prognatismo, enognatismo. La diffusione in Italia è alquanto scarsa, fatto sta che un posticino nel cuore dei cacciatori del nostro paese può ritagliarselo anche questo simpatico e affidabile segugio.