Danni consistenti e grossa paura, dall’incontro con un branco di cinghiali, per un papà che, con il figlioletto di appena due anni seduto sul seggiolino agganciato al sedile posteriore del suo fuoristrada Range Rover, percorreva la strada provinciale 16 fra Centro di Tregnago e San Mauro di Saline. «Erano circa le 19 di martedì, quando provenendo dalla contrada Barco ho imboccato la provinciale in direzione della località Laghi e mi sono trovato il branco di ungulati sulla strada. Erano circa una quindicina, tra esemplari di grossa e piccola taglia», racconta l’uomo, «alcuni di loro erano proprio fermi sulla carreggiata che occupavano interamente e era impossibile evitarli: lo scontro purtroppo c’è stato e anche rilevante nel suo impatto».
Mostra il muso del suv aperto sul lato destro, il fanale fendinebbia uscito dalla sua sede e numerosi ciuffi di pelo ancora imprigionati nelle componenti della vettura. «Sono stati attimi concitati e di paura: il piccolo si era visibilmente spaventato per l’impatto e piangeva e dal motore usciva parecchio fumo. A complicare le cose erano anche la mancanza di illuminazione su quel tratto di strada e l’assenza di copertura telefonica, per cui non potevo nemmeno chiedere soccorso. L’istinto è stato di scendere per capire l’entità del danno e se avessimo potuto proseguire. L’ho fatto recuperando dall’asfalto la targa anteriore e il fanale antinebbia, ma ho avuto paura perché dal buio sarebbe potuto uscire un cinghiale ferito e ancor più incattivito e avrei lasciato mio figlio solo in balia di una situazione spaventosa», racconta l’uomo.
Di qui la decisione di proseguire in auto a passo d’uomo verso casa, nella speranza che il mezzo reggesse, nonostante i danni al radiatore fossero evidenti, «ma il timore che la situazione potesse peggiorare, avendo anche il bimbo a bordo, mi ha fatto scegliere questa opzione». Arrivato a casa a San Mauro di Saline ha telefonato ai carabinieri e in tarda serata è arrivata una pattuglia della stazione di Badia Calavena che ha verificato i danni all’auto, constatata la presenza di peli dei selvatici ancora sulla carrozzeria e si è fatta accompagnare sul luogo esatto dell’impatto, dove sull’asfalto erano rimasti ancora dei frammenti della carrozzeria.
«Mi chiedo perché non si decida una volta per tutte l’eradicazione totale di questi selvatici, capaci solo di creare danni alle persone e alle cose», è l’interrogativo del giovane papà, «mi chiedo perché non si possa fare un intervento radicale per questi animali che non servono a nulla, sono anzi dannosi alle colture e pericolosi per le persone». «Se lo scontro fosse stato con la piccola Panda di mia moglie o con qualsiasi altra utilitaria, i danni sarebbero potuti essere ancora più gravi, non solo quelli materiali al mezzo, ma anche quelli alle persone», denuncia (L’Arena).