La grande maggioranza dei cacciatori del Comprensorio Alpino di Caccia “Prealpi Comasche” ha deciso di non ritirare i tesserini e i bracciali per l’abilitazione al prelievo dei cinghiali. Questo “sciopero” sta facendo molta sensazione nel mondo venatorio e nel frattempo la politica è intervenuta con alcune dichiarazioni. In particolare Mauro Navio, numero della Federcaccia provinciale di Como, ha così commentato la vicenda: “Le difficoltà burocratiche che ostacolano l’esercizio di una caccia utile come quella al cinghiale vanno superate al più presto.
È importante che venga precisata a stretto giro la questione della geolocalizzazione degli abbattimenti e, in rapida successione, è altrettanto importante che vengano delineati i confini entro i quali l’allettamento alimentare non costituisca reato. Non si può andare a caccia da un lato con il pesante fardello di regolamenti o norme di difficile applicazione, dall’altro con la spada di Damocle di possibili risvolti in sede penale“.
Il prossimo 20 giugno ci sarà un importante incontro con Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, un appuntamento molto atteso per ripristinare gli equilibri territoriali. Alessandro Fermi, presidente del Consiglio Regionale, ha invece sottolineato come la situazione sia critica, riconoscendo il segnale forte dei 110 cacciatori che hanno evitato per il momento di iniziare gli abbattimenti.