Da ben sei anni un chirurgo 82enne deve fare i conti con una situazione giuridica non semplice e che riguarda la detenzione di armi e munizioni. Lo scorso anno i Carabinieri sono giunti nella sua abitazione di Varazze, in provincia di Savona, e gli hanno sequestrato pistole, fucili e cartucce. Qualche mese dopo il Questore ha anche revocato il porto d’armi, a causa del venir meno dei requisiti di affidabilità. Nel 2011 l’anziano ha denunciato in ritardo l’acquisto di una pistola ed è stato accusato di essere un detentore illegale.
Ha ammesso le proprie colpe, senza giustificarsi con gli impegni professionali e l’assenza del carabiniere che doveva ritirare la sua denuncia. Quest’ultima è avvenuta un mese e mezzo dopo i termini previsti, coinvolgendo un altro militare, ma è scattata la denuncia alla Procura, nonostante l’acquisto regolare della pistola in un’armeria. L’82enne è stato condannato a pagare un’ammenda pari a 100 euro, con il conseguente sequestro dell’arma.
Il pagamento è avvenuto, ma a distanza di anni i militari hanno deciso di sequestrare armi e cartucce che si trovavano in casa, oltre al ritiro del porto d’armi accennato in precedenza. Il chirurgo spera in un ripensamento della Questura, anche se sarà molto complicato.