La Savage statunitense compie di questi tempi la rispettabile età di 125 anni ed è un piacere sottoporre a una prova di tiro uno dei tanti fucili rigati che la Casa propone: un piacere perché riosservare una volta in più la concezione meccanica ideata nei primi Anni 50 da Nicholas Brewer conforta nell’idea che la creatività sia un valore aggiunto non da poco. In secondo luogo, manovrando l’arma, si apprezza come anche un prodotto industriale consenta piacevolezze non sempre connaturate nei fucili macchinati; terzo nelle prove di tiro si ha matematica certezza che la mente e il braccio si sono mossi in perfetta sinergia di intenti per produrre risultati di elevata qualità.
Insomma per dirla in poche parole si ha per le mani un fucile dove le manovre sono non soltanto facili ed ergonomiche, ma ugualmente conducono a risultati, le rosate per venire al sodo, decisamente apprezzabili. Il tutto reso ancor più gradevole da quotazioni molto favorevoli.
Castello e otturatore
Secondo le buone regole anche questa Casa adotta due diverse lunghezze di azione così da presentare estetica e misure confacenti alle serie di cartucce usate: qui si ha quella corta adeguata al .308 Win. Il sistema va annoverato fra quelli a otturatore girevole e scorrevole con chiusura a due alette in testa: e fin qui nulla di particolare. C’è però da considerare come il motto della Savage stia nel fornire, rispetto alla concorrenza, qualcosa di tecnicamente migliore a parità di prezzo, o economicamente più vantaggioso a pari soluzioni meccaniche. Iniziando dal castello ricavato da una barra cilindrica di acciaio legato si osserva come anello e ponte siano un poco più lunghi della norma e come il bordo destro della finestra di espulsione sia rilevato rispetto a quanto codificato a suo tempo dalla meccanica Mauser K98, sempre una valida pietra di paragone per tutti: in tal modo si ha un po’ più di materiale in un punto dove serve per la rigidità del complesso e per migliorare la scorrevolezza dell’otturatore.
Un concetto progettuale che ancora differenzia molto Savage dal classico Mauser vede realizzare alcune componenti in parti staccate e non in blocco unico, come ad esempio la codetta superiore su cui è posto il tasto della sicura a due posizioni: è giuntata con un incastro al ponte venendo poi fissata con la vite di unione fra castello e calciatura. Stesso concetto per l’otturatore formato da un cilindro in cui si inserisce anteriormente una prima coppia di alette con una rondella di rasamento fra gli elementi; su queste si innesta una seconda coppia di alette provvista di un piolo che alloggia nel cilindro: un gioco di incastri cui partecipa il percussore e un traversino tondo bloccano il complesso.
Da notare che la coppia di alette posteriori non ruota, fungendo solo da guida per lo scorrimento mentre il vincolo nelle mortise praticate nell’anello è garantito dalla coppia anteriore, ovviamente rotante di circa 90°. Nella norma le altre particolarità come la faccia ribassata in cui appaiono il foro del percussore e il nottolino di espulsione: l’unghia di estrazione è incassata nell’aletta destra, il moto è ortogonale e il registro avviene grazie a una sferetta con molla di contrasto. Non manca l’ingegno anche per la parte posteriore in cui i diversi componenti vengono realizzati con molti pezzi microfusi, poco costosi e assai precisi: inserito nel cilindro si nota un tubetto legato al percussore e da cui sporge un tondino piatto che attua l’armamento grazie a una rampa inclinata.
A seguire si trova un blocchetto formato a C di apprezzabile spessore e con il profilo inferiore sinistro angolato: in chiusura tutto il pezzo va contro al ponte saturando lo spazio che altrimenti rimarrebbe aperto all’ingresso di materiali estranei e fungendo da parafiamma. Quanto all’angolazione accenniamo prima al manubrio microfuso composto dalla comoda nocca a pera e dal braccetto a cui fa da base uno spesso disco: il tutto viene tenuto fermo da una piattellina avvitata, con foro centrale per il passaggio del codolo del percussore quale avviso di meccanica armata; il profilo superiore del disco presenta un piano inclinato che, negli ultimi gradi di rotazione, si pone a contrasto con l’angolazione del pezzo a C realizzando l’estrazione primaria con un congegno a costo bassissimo. Inoltre questo lavoro si attua quando lo sforzo di armamento del percussore è già avvenuto: tale frazionamento di forze rende molto agevole l’apertura dell’otturatore.
La canna e il suo fissaggio
La canna di questo modello presenta una lunghezza pari a 66 cm ed è solcata da quattro righe destrorse con passo di1/10” che, nel calibro .308 Win. adottato, consentono di giocare con pesi di palla elevati, sempre utili per il tiro a lunga distanza. La rotomartellatura realizza sia la rigatura che la camera di cartuccia che risulta così perfettamente coassiale. La foggia esterna è quanto mai grintosa, con scanalature profonde e finitura chiara dell’inox cui si aggiunge una sostanziosa sezione pari a 21 mm in volata: qui un ribasso prima conico poi cilindrico mantengono opportunamente protette le rigature.
Per la giunzione si pratica una lunga filettatura sulla culatta: la parte distale viene avvitata nell’anello mentre una solida piastra sagomata e forata si calza sulla canna andando a contatto con l’anello e inserendosi, con la parte inferiore, nell’apposita tasca ricavata nella calciatura; da ultimo si infila sempre sulla canna un dado godronato il cui filetto interno copia la parte restante esterna della culatta. Il serraggio con chiave dinamometrica, unita a un pratico sistema di controllo delle posizioni relative fra gli elementi, consente di aggiustare a perfezione lo spazio di testa, uno degli elementi molto importanti ai fini della precisione di tiro.
Calciatura, caricatore e scatto
La calciatura in legno stratificato di gradevole colore è innanzitutto stabile non subendo torsioni o altri movimenti di sorta. Le linee mostrano un asse dritto come si conviene per una carabina da tiro in appoggio: il calcio si fa notare per il dorso alto e il nasello poco rilevato, ma evidente grazie alle due profonde bisellature laterali, con adeguata postura dell’occhio nel cannocchiale. L’impugnatura a pistola dalla foggia molto semplice consente di spremere senza sforzi quel che l’arma può dare. Anche il resto fa la sua parte con il fusto prismatico rastremato cui segue una aumento della sezione dell’asta per creare una base ampia, atta all’appoggio. Inferiormente è ricavata la sede del caricatore con il tasto a rullino di svincolo: la fattura di tale accessorio in spessa lamiera imbutita e verniciata assicura i labbri contro le cadute mentre la sagomatura dei fianchi trattiene le cartucce evitando sbattimenti da rinculo.
Lo scatto dei Savage suscita sulle prime qualche perplessità: l’impianto denominato AccuTrigger® coniuga sicurezza, leggerezza di sgancio, scatto diretto come piace oltre Atlantico. Entro la robusta guardia fissata da due viti Torx sporge la parte curva e liscia del grilletto attraversata per quasi l’intera arcuatura da una lamina pivotante: questa reca all’interno un puntone che insiste contro un traversino fisso impedendo al grilletto di arretrare. Solo la pressione del dito sposta il puntone consentendo quindi al grilletto di arretrare operando lo sgancio del percussore.
Dopo pochissimi colpi il dito si è assuefatto alle nuove sensazioni tattili e il cervello alla pressione da operare per lo scatto vero e proprio che avviene con un peso decisamente ridotto, regolabile fra 170 e 2725 grammi: nel nostro caso abbiamo riscontrato circa 270 g. Questa favorevole taratura è possibile solo con il vincolo di sicurezza e tranquillità operato dall’impianto, non c’è lo stecher (alla francese o alla tedesca) tanto poco amato dagli Statunitensi, e poi la pressione sulla lamina per il primo svincolo è favorevole a quella finale, un po’ come sulla PGC (Pistola Grosso Calibro) accademica dove il primo tempo viene tarato anche a 750 g lasciando i restanti, per arrivare a 1.320 g, al secondo tempo che determina la partenza del colpo.
Conclusioni
L’esemplare che abbiamo provato monta un’ottica sempre importata da Bignami, la Weaver Grand Slam 4,5x14x50 che a nostro sommesso parere presenta un rapporto qualità prezzo assai favorevole: dal reticolo cross hair perfettamente percepibile pur nella sua estrema finezza, alla correttezza delle immagini e alla regolarità degli scatti delle torrette graduate tutto concorre a favorire i risultati.
Con una giusta ricarica del .308 Win. qui camerato si ottiene il meglio nel tiro e, con minime variazioni, si passa da rosate strette ad altre praticamente in un foro unico. Per riassumere evidenziamo l’inusuale azione della Savage e la peculiare giunzione della canna, la rigatura rotomartellata insieme alla camera di cartuccia, lo scatto, tutto visto nell’ottica di un prezzo favorevole: ecco come l’insieme induca a comprendere perché i fucili di questa marca siano i più venduti negli Stati Uniti.
Scheda tecnica
Costruttore: Savage Arms Inc. – Westfield (Mass. U.S.A.) – sede legale 118 Mountain Road – USA Suffield (Conn) – www.savagearms.com – [email protected]
Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (BZ) – tel. 0471/803000 – fax. 0471/810899 – www.bignami.it – [email protected]
Modello: 12 Varminter
Tipo: fucile a canna rigata a ripetizione ordinaria
Calibro: .308 Win.
Funzionamento: otturatore girevole scorrevole
Castello: blocco in acciaio fresato
Otturatore: girevole scorrevole con testa riportata e spinata dotata di due alette anteriori rotanti più due di guida con moto solo lineare
Canna: lunga 660 mm (26”) con 6 righe destrorse, passo 1/10”, rotomartellata insieme alla camera di cartuccia
Percussore: lanciato, interno all’otturatore, con molla elicoidale coassiale
Alimentazione: caricatore staccabile in lamiera imbutita – bifilare da 4 cartucce con presentazione singola
Congegno di scatto: sistema AccuTrigger™ regolabile fra 170 e 2725 g con grilletto singolo e lamina interna in funzione di ulteriore sicura e di precarico sullo scatto
Estrattore: a unghia con movimento ortogonale in coulisse ricavata dall’aletta destra
Espulsore: bottone a molla nella testa dell’otturatore
Linea di mira: mire metalliche non previste – fori per le due basi separate dell’ottica
Sicurezza: a due posizioni con tasto rigato nella coda del castello
Calciatura: in pezzo unico di legno laminato, calciolo in gomma morbida – impugnatura a pistola e fusto sottocanna spianato
Finiture: meccanica inox opacizzata antiriflesso – legno a mezzo lucido
Lunghezza: 1.174 mm
Peso: 4.540 g circa senza ottica
Prezzo: 1.870,00 € informativo