Le grandi firme di fucili offrono solitamente una gamma di tre prodotti per coprire i settori commerciali suddivisi secondo una consolidata prassi di mercato. Dalla tipologia più economica nel prezzo e nell’allestimento, ma sempre perfettamente adeguata al meglio nelle prestazioni, si passa ad una intermedia con maggiori ricercatezze per giungere a quella detta top di gamma o segmento premium. Per semplificare diremo che in quest’ultima si sommano le migliori soluzioni della tecnologia armiera in una veste di classe e dotata della massima funzionalità: qui la quotazione è un fattore con minore importanza perché il cliente a cui si rivolge un simile fucile non bada, entro certi limiti, a spese pur di ottenere quel che sta al vertice della piramide.
Sauer è una di quelle firme a cui, per una somma di fattori, compete un simile settore: la sua storia data dal 1751, ma è soprattutto lo spessore dei suoi progetti e della sua produzione nel corso del tempo a certificare l’importanza di questa azienda e ad averne creata la fama.
La carabina premium
Oggi un fucile rigato della gamma più importante offre sovente la canna intercambiabile e un peso discretamente contenuto: la Mod.404 presenta tali caratteristiche con il castello ricavato per operazioni di fresa da un estruso di Ergal e impostazione tecnica analoga alla serie 202. Si nota quindi il blocco a fianchi alti con anello anteriore per l’inserimento della canna, ponte posteriore chiuso con sezione sfaccettata e passaggio per il manubrio, calotta superiore arrotondata con basi integrali per l’ottica, due feritoie consequenziali inferiori per la sede del gruppo di scatto e per l’inserimento del caricatore, finestra di espulsione sul lato destro.
L’altezza e lo spessore dei fianchi rappresentano la specificità del progetto insieme all’otturatore che chiude direttamente nella culatta della canna: con la fresatura si ribassa tale spessore conservando alla misura iniziale solo due barrette inclinate poste circa nel terzo posteriore della lunghezza. Questi rilievi fungono da battuta per le due parti della calciatura rappresentando una soluzione oramai radicata nelle carabine Sauer: l’ampia superficie di tali barrette scarica sulle parti corrispondenti della testa del calcio l’energia di rinculo con una regolarità, colpo dopo colpo, senza necessità di glass bedding. Parimenti rimane ben ferma nella propria posizione l’asta sottocanna che appoggia nella porzione anteriore dei due rilievi. Lo smontaggio del fucile, necessario per diverse operazioni, inizia con l’estrazione del piolo anteriore, dov’è situata la maglietta, premendo il pulsante a molla centrale che svincola i ritegni periferici a sfere: nel prolungamento interno del particolare è incernierata la chiave a brugola con cui accedere ai diversi servizi.
Si è arrivati a sfilare l’asta mettendo a giorno il sistema di vincolo della canna: sotto all’anello sporgono due flange attraversate da tre viti a testa esagonale che occorre sbloccare per agire sulla leva con base a eccentrico sfilando poi la canna dalla sede. Una piccola tacca nella culatta garantisce il corretto riposizionamento. L’otturatore viene ricavato da una barra cilindrica di robusta sezione calettando un tubetto in coda in cui viene inserito il manubrio con braccetto angolato e nocca sferica: semplice, classica, estremamente funzionale. Il tappo apicale è più complesso fungendo da supporto al meccanismo di armamento manuale del percussore, che nella lingua originale suona come handspannung. Un tasto con pulsante di bloccaggio scorre nella guida inclinata con la funzione che oramai è nota a tutti: distendendo la molla del percussore e bloccando quest’ultimo si ha la totale garanzia contro la partenza di un colpo. La manovra dell’otturatore quindi serve unicamente a camerare o estrarre la cartuccia (o il bossolo spento): per sparare occorre rammentare di agire sul tasto che abbiamo appena descritto. Parimenti, visto che il fucile ha scatto assai leggero ed è privo di un’ulteriore sicura, se si rimanda il tiro bisogna tener ben presente di scaricare la batteria per non riprendere il cammino in condizioni di forte rischio.
Veniamo alla testa dell’otturatore fornita di sei alette a spessore differenziato e poste su due ranghi: ha la faccia molto incassata con foro del percussore e unghia dell’estrattore del tipo ultimamente in voga per la sua estrema resistenza e funzionalità, derivato com’è da progetti di armi automatiche. Un filo di acciaio armonico viene fissato con una delle sue estremità al corpo seguendone la rotondità in un apposito incavo per uno sviluppo angolare di quasi mezzo giro: segue una piegatura ad angolo retto passando, attraverso appositi fori, sotto allo spessore di due alette in sequenza per sbucare a livello della faccia inserendosi nel foro ricavato nel robusto blocchetto dell’estrattore. Questo particolare scorre ortogonalmente nella sede a T fresata nella testa scongiurando scavallamenti del bossolo anche nelle peggiori situazioni; inoltre il minimo movimento in rapporto a sezione e lunghezza del cavo armonico non riusciranno mai a creare problemi di rottura. L’espulsione è assicurata da un doppio nottolino elastico che fornisce ampia energia e una migliore fluidità di esecuzione. Per terminare notiamo come questa testina elaborata sia sostituibile per assecondare il cambio di canna in un certo ambito di calibri: un tasto rigato incassato longitudinalmente nel cilindro dell’otturatore svincola la porzione anteriore giuntata con un incastro a T, quindi con carico di punta sul corpo centrale.
La canna
Già abbiamo dato un cenno al sistema di giunzione fra canna e castello con la doppia flangia attraversata da tre brugole e la leva con eccentrico. Parimenti torniamo a sottolineare come nella culatta siano ricavate le mortise per i sei tenoni dell’otturatore che, in chiusura, forma un insieme unico con la canna stessa. L’aspetto esterno si giova molto delle scanalature la cui funzione tecnica è di ottenere pari rigidità con minor peso rispetto a una tradizionale linea cilindro conica favorendo nel contempo la dissipazione del calore.
In volata è montato un freno di bocca a fori tondi differenziati: oramai tale accessorio è diventato un obbligo anche se il .30-06 Sprg. qui camerato non ne avrebbe certo bisogno. Nulla è così necessario come il superfluo, specie se è di moda. Le superfici interne sono a specchio con camera e rigatura rotomartellate. La finitura superficiale opaca si pone come barriera contro ogni genere di aggressione: si fa anche prima a ottenerla rispetto a quel che occorreva per quelle bruniture con tonalità blu delle vecchie Sauer Mod. 80 che non riusciamo a dimenticare.
Lo scatto
Il tasto dell’handspannung arma e disarma il meccanismo di percussione: nella posizione non di fuoco la molla risulta distesa, lo scatto e il manubrio bloccati, ma basta una leggera pressione sul tasto per aprire l’otturatore prelevando in totale sicurezza la cartuccia camerata. Il grilletto ben arcuato garantisce la posizione costante del dito sulla superficie rigata; inoltre la regolazione della posizione vede otto mm di corsa longitudinale e cinque angolazioni.
Togliendo l’astina si accede alla regolazione dello scatto, sempre con la chiave a brugola, disponendo di quattro opzioni per un peso variabile fra 350 e 1200 g a seconda della caccia e della propria sensibilità. Esemplare la nitidezza dello sgancio, ma l’immediatezza di uno stecher a due grilletti o di uno schneller con il sistema alla francese ci pare ancora preferibile a questa ingegnosa macchinosità. Il caricatore a pacchetto viene fornito con diverse capienze ed è dotato dello sgancio di sicurezza per evitare perdite fortuite.
La calciatura e il montaggio dell’ottica
La calciatura Synchro realizzata in due pezzi vede il carbonio quale elemento di distinzione per leggerezza e indeformabilità nel tempo e sotto l’azione degli agenti atmosferici: la superficie quasi setosa offre una confortevole sensazione al tatto e un aspetto decisamente d’avanguardia così come la forma del calcio con dorso regolabile e impugnatura con ampia trabeazione per il passaggio della mano. La postura sulla pistola consente un controllo esemplare nella tenuta e nell’azione sul grilletto sia nel tiro a fermo che in quello a sbraccio: l’asta offre in entrambi i casi un buon servizio con stabilità sull’appoggio o buon controllo con la mano serrata nella sezione tondeggiante. L’asse dell’insieme molto diritto secondo lo stile statunitense scarica il rinculo con minimo rilevamento: consente quindi di mantenere sotto controllo l’esito del tiro.
Assenti le mire metalliche un cannocchiale Leica Fortis 6 2,5-15x56i, trova il giusto assetto con l’attacco specifico sulle basi ricavate direttamente dalla calotta del castello: questo pezzo pregiato della Casa dal marchio bianco e rosso offre, a un prezzo molto interessante, tutto quello che è necessario per la caccia anche in condizioni limite. Il rendimento delle lenti, la robustezza dell’insieme e la precisione delle regolazioni sono un vanto primario di questa marca.
Concludiamo osservando come ancora una volta la Sauer & Sohn si sia espressa in maniera consona al suo stile: non diamo cenno alla quotazione, particolare ininfluente per la clientela che decide di possedere un fucile di tale caratura. Un caloroso Weidmannsheil ci pare d’obbligo.
L’autore ringrazia il Sig. Carlo Bonardo contitolare dell’omonima armeria sita in Bra (CN) per aver messo a disposizione arma e ottica di questo brano. Bonardo Armeria, via Vittorio Emanuele, 60 – 12042 BRA (CN). Tel. +39 0172 44200 – [email protected]
Scheda tecnica
Costruttore: J.P. Sauer & Sohn GmbH – Ziegelstadel 20, D-88316 Isny im Allgäu
Tel. +49(0)7562.97554-0, Fax +49(0)7562.97554-801 – [email protected] – www.sauer.de
Modello: 404 Synchro
Tipo: fucile a canna rigata
Funzionamento: otturatore girevole scorrevole con ripetizione ordinaria
Chiusura: testina scomponibile con sei alette anteriori su due ranghi da tre ricavate a ribasso – mortise nella culatta della canna
Percussione: percussore con molla coassiale nell’otturatore attivata dalla slitta esterna
Estrattore: a unghia con movimento ortogonale e molla di registro a filo
Espulsore: due bottoni a molla in testa all’otturatore
Canna: in acciaio rigata per martellatura – lunghezza 510 mm calibri medium standard – 560 mm per calibri standard e 620 mm per i magnum
Scatto: diretto con grilletto unico con 4 pre tarature impostabili a scelta
Armamento e sicura: tasto scorrevole nel codolo dell’otturatore, con bottone di fermo, a due posizioni: blocca il percussore, disattiva la molla e blocca il manubrio. Apertura dell’otturatore a sicura inserita premendo di un paio di mm la slitta
Caricatore: a pacchetto estraibile monofilare in polimero da 3 o 2 cartucce (calibri standard o magnum) da 4 e 5 per standard e da 3 e 4 magnum
Mire: assenti – basi integrali per attacco specifico dell’ottica
Calciatura: in due pezzi in carbonio – calciolo ammortizzante
Calibro: .30-06 Sprg.
Materiali: estruso in ergal fresato per castello e acciaio forgiato per otturatore – canna in acciaio al carbonio
Lunghezza: 101,5 mm canna da 51 cm – 106,5 mm canna da 56 cm – 112,5 canna da 62 cm – Per trasporto con calcio smontato: 69 – 74 – 80 cm di ingombro massimo
Peso: 2.800 circa (calibri standard e canna da 56)
Finiture: corpo centrale otturatore lucidato a rosette e brunitura opaca delle parti restanti